Lettura
Marco scrive il suo Vangelo nel 70 d.C., dopo la prima grande persecuzione dei cristiani, decretata dall’imperatore Nerone, nel 64. Sempre nel 70, i romani distruggono Gerusalemme. La situazione delle prime comunità non era affatto facile, e annunciare un Cristo che abbraccia la croce è uno scandalo per gli ebrei: un crocifisso, secondo la Legge, doveva essere considerato un maledetto da Dio. Eppure, il brano di oggi ci parla delle condizioni necessarie per seguire il Messia che abbraccia la sua croce.
Meditazione
L’evangelista esplicita in modo inequivocabile le condizioni per la sequela del Cristo: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua». La crocifissione era la pena di morte che i romani riservavano agli schiavi ribelli, e sentirsi dire di “prendere la propria croce” doveva risuonare come un accettare di essere considerato e giudicato come uno schiavo da uno strapotere ingiusto e violento, quale era l’impero dei pagani. Potrebbe sembrare un invito all’accettazione passiva dell’ingiustizia, ma il Cristo invita chi vuol seguirlo a farsi carico della propria condizione storica, e a rendere la propria testimonianza di fede. Gesù stesso ricorda ai suoi che non c’è testimonianza maggiore che dare la vita per i propri amici. Qui si vuole sottolineare che “seguire” significa non vergognarsi del Vangelo, di cui si è custodi e annunciatori nel proprio tempo, e che occorre testimoniare con perseveranza nei fatti della storia, nel quotidiano. Contrariamente a chi pensava che il Messia si sarebbe rivelato alla fine dei tempi. Il Cristo bussa alla porta e interpella il discepolo nel quotidiano: Egli si rende presente nelle persone, soprattutto in quelle emarginate, nei poveri. Ma, allora come oggi, è difficile accogliere e comprendere la portata delle parole del Cristo: “Ogni volta che hai aiutato il povero, il malato, il senza tetto, il carcerato, il pellegrino, ero io, lo hai fatto a me”. Non resta che chiedersi: qual è la mia croce da portare dietro al mio Signore, e come credo di realizzarmi in pienezza davanti a Dio?
Preghiera
Donami la forza di riconoscere le mie croci e di portarne il peso, per seguirti con letizia, o Signore. Fa’ che io viva pienamente ogni dono della tua misericordia, e plasma il mio cuore secondo il tuo amore.
Agire
Offrirò le mortificazioni della giornata al Signore, perché le trasformi in possibilità di vita.
Meditazione del giorno a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Un messia indegno — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Venerdì 17 Febbraio – Feria della VI settimana del T.O. – SS: Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria