“Come si può pensare che Paesi sviluppati abbiano una disoccupazione così forte?”. Non poteva mancare il tema del lavoro, tra quelli affrontati da Papa Francesco stamattina, 17 febbraio 2017, nel corso della sua visita all’Università Roma Tre.
Rispondendo alle domande di alcuni studenti, il Pontefice ha sottolineato la necessità di trovare risposte alla domanda di occupazione che monta soprattutto tra le nuove generazioni, dove anche nei Paesi europei è altissimo il numero di disoccupati o di precari.
Francesco ha formulato il suo pensiero partendo dal concetto di “società liquida” del filosofo recentemente scomparso Zygmunt Bauman. “Contro la liquidità” – ha detto – dobbiamo proporre “la concretezza”.
Il suo pensiero è subito andato all’economia. “Qual è il dramma oggi dell’economia?”, si è chiesto. “L’economia liquida, che crea mancanza di lavoro, disoccupazione”, ha risposto.
A tal proposito ha tirato fuori un aneddoto personale che dà la cifra dell’economia liquida. Ha raccontato di un suo amico imprenditore argentino che ha visto, in Argentina, un suo collega che faceva un’operazione di compravendita direttamente dal computer, “e in dieci minuti – le parole a braccio del Pontefice – ha trasferito capre dall’America all’Oriente e ha guadagnato 10mila dollari, in dieci minuti, tutto liquido”.
“E quando c’è liquidità nell’economia non c’è lavoro concreto”, la sua amara riflessione. Da cui è poi scaturita la domanda che ha rivolto agli studenti: “La nostra cara madre Europa, l’identità di Europa come si può pensare che Paesi sviluppati, abbiano una disoccupazione giovanile così forte?”.
Bergoglio ha dunque sciorinato un po’ di cifre legate alla disoccupazione, senza voler citare i Paesi a cui fanno riferimento: “Giovani da 25 anni in giù in un Paese 40% senza lavoro, in un altro Paese 47%, un altro 50%, un altro più vicino quasi 60%”.
Si tratta – ha spiegato – di Paesi europei. “Questa liquidità dell’economia toglie la concretezza del lavoro e toglie la cultura del lavoro perché non si può lavorare, i giovani non sanno cosa fare”, ha rincarato tra gli applausi.
Francesco ha allora denunciato che un giovane che non trova lavoro, “sfruttato due tre giorni qui, due tre giorni là”, alla fine sviluppa “amarezza del cuore” che può condurre verso scelte tragiche.
Possono condurre – ha affermato, evocando implicitamente la vicenda del 30enne friulano che si è tolto la vita nei giorni scorsi dopo aver scritto un bigliettino con le riflessioni sulla mancanza di lavoro – “al suicidio”. “Dicono quelli che sanno, io non sono sicuro – ha continuato – che le vere statistiche dei suicidi giovanili non sono pubblicate”.
Ma l’assenza di occupazione può condurre anche verso altre scelte tragiche. “Questa mancanza di lavoro – ha commentato il Santo Padre – mi porta a arruolarmi in un esercito terroristico e così ho qualcosa da fare e do senso alla mia vita: è orribile”.
Il Vescovo di Roma ha infine definito questa “economia di mercato” una “economia liquida”. La consegna che ha dato ai giovani è di trasformare la “liquidità” in “concretezza”. L’economia – ha proseguito “deve essere concreta e per risolvere problemi sociali economici culturali serve concretezza”.
Secondo il Papa, “questi problemi devono essere affrontati dall’università, per trovare anche soluzioni da proporre ai problemi reali contro questa cultura liquida”. La “parola chiave” di oggi – ha concluso – è “concretezza”.
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Monito del Papa: "Disoccupazione giovanile porta suicidi e terrorismo"
Agli studenti dell’Università Roma Tre il Papa ha chiesto impegno per trasformare la “società liquida”, che genera disoccupazione, in “concreta”