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Francesco invita i popoli indigeni a lottare contro la tecnologia "che distrugge la terra"

Stamattina il Papa ha incontrato i partecipanti terzo Forum dei Popoli Indigeni

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Papa Francesco ha incontrato stamattina, 15 febbraio 2017, i rappresentanti dei Popoli Indigeni che hanno partecipato al terzo Forum loro dedicato convocato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad), di cui ricorre quest’anno il quarantesimo di istituzione.
Nel corso del convegno, che si è tenuto a Roma, si è discusso per individuare le modalità per una maggiore responsabilizzazione economica dei Popoli autoctoni.
“Credo che il problema essenziale sia come conciliare il diritto allo sviluppo, compreso quello sociale e culturale, con la tutela delle caratteristiche proprie degli indigeni e dei loro territori”, ha commentato il Pontefice, sottolineando che “questo è evidente soprattutto quando si vanno a strutturare attività economiche che possono interferire con le culture indigene e la loro relazione ancestrale con la terra”.
In questo senso – secondo Bergoglio – “dovrebbe sempre prevalere il diritto al consenso previo e informato, come prevede l’art. 32 della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni”. Solo così – ha proseguito – “è possibile assicurare una collaborazione pacifica tra autorità governative e popoli indigeni, superando contrapposizioni e conflitti”.
Il Papa ha poi incoraggiato l’elaborazione di linee-guida e progetti “che siano inclusivi dell’identità indigena, con una speciale attenzione per i giovani e le donne”. Per Francesco si tratta di “inclusione e non solo considerazione!”.
Di qui l’invito ai Governi a “riconoscere che le  Comunità autoctone sono una componente della popolazione che va valorizzata e consultata e di cui va favorita la piena partecipazione, a livello locale e nazionale”. Secondo lui, “non si può permettere una emarginazione o una divisione in classi: prima classe, seconda classe…”.
In questo senso – ha proseguito il Papa – “può contribuire l’Ifad con i suoi finanziamenti e la sua competenza, riconoscendo che (come sta scritto nell’Enciclica Laudato Si’) ‘uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso'”.
Importante è l’apporto dei Popoli indigeni, i quali “nelle vostre tradizioni, nella vostra cultura – perché  quello che voi portate nella storia è cultura – vivete il progresso con una cura speciale per la madre terra”, ha spiegato il Papa. La cui esortazione finale nei loro confronti è affinché non permettano “che nuove
tecnologie” che “distruggono la terra, che distruggono l’ecologia, l’equilibrio ecologico”, finiscano “per distruggere la saggezza dei popoli”.

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ZENIT Staff

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