Lettura
Ancora una volta sono i farisei ad intavolare una discussione con Gesù, allo scopo di carpire qualche errore nel suo insegnamento. Essi vogliono discutere, ma non cercano di comprendere; restano sulle loro posizioni, il confronto è funzionale alle loro aspettative. È come “parlare con dei sordi”, e Gesù questo lo sa bene; perciò respinge con forza la loro richiesta, che rivela tutta la durezza del loro cuore, il rifiuto dell’ascolto, il non voler comprendere per non lasciarsi coinvolgere. La loro richiesta è un’ulteriore forma di rifiuto tanto della persona quanto dell’annuncio del Regno.
Meditazione
Mentre Gesù si presenta come il nuovo Mosè, anzi con un di più, poiché è Egli stesso a dare da mangiare alle folle nel deserto, i farisei chiedono un segno dal cielo. Vedono ma non riescono a leggere nessun segno: troppo imbevuti dei loro pregiudizi, tanto da essere sordi e ciechi. Al Maestro non resta che prenderne coscienza e, con profonda amarezza, deve concludere che neanche un segno può aprire il loro cuore; pertanto, non accondiscende alla loro richiesta. In effetti, essi non vogliono un segno, ma un pretesto per additare l’errore. Non resta che lasciarli alla solitudine e alla durezza del loro cuore. Il cuore chiuso di chi presume di essere casta che detiene la verità, il cuore indurito di chi ha più prestigio ed autorità, il cuore chiuso di chi non può abbassarsi verso chi non conta nulla, e perciò seleziona ed esclude. Il cuore di pietra non ha bisogno di segni, è incapace di relazioni, perciò è già morto. Gesù non può fare altro che prendere atto di questa loro volontà di essere “i separati”, e salpare verso altri lidi, dove trovare vitalità, voglia di riscatto, di relazione sincera, ma soprattutto un cuore vivo capace di mettersi in discussione, di “mettere a rischio” i propri pregiudizi per riuscire a vedere e sentire la novità che si propone nella sua Persona. Novità che è apertura alla meraviglia di Dio nella propria esistenza, non un segno che è calato dal cielo, ma che nasce e si sviluppa nel proprio cuore, che germoglia e porta frutti di vita per sé e per chi si incontra nel cammino della propria esistenza.
Preghiera
Donami, Signore, un cuore sempre più aperto e capace di accogliere e vivere il tuo amore. Donami la capacità di confrontarmi con gli altri in libertà e serenità, per accogliere la tua pace.
Agire
Dedicherò più tempo all’ascolto e alla meditazione della Parola.
Meditazione del giorno a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Saper rischiare i pregiudizi — Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Lunedì 13 Febbraio – Feria della VI settimana del Tempo Ordinario