“Andate a bere alla sorgente e lavatevi”. Questo chiese la Madonna a Bernadette Soubirous nel febbraio 1858. A Lourdes l’acqua scorre dappertutto: nel fiume Gave, nelle fontane, nelle piscine.
Ma perché a Lourdes è cosi presente l’acqua? Se l’antropologia culturale ha evidenziato come in tutte le religioni sia presente il carattere fertilizzante dell’acqua, creatrice di vita e quindi associata alla fecondità femminile, già nell’Antico Testamento, fin dalla creazione del mondo, lo Spirito (ruah, termine femminile) aleggia sulle acque.
L’abitudine a collegare sorgenti e presenze sovrumane è costante quindi nelle culture. Con questa ricchezza evocativa, riscopriamo come a Lourdes, a Bernadette, la Madonna chiese di scavare davanti alla grotta per trovare l’acqua: Ella non fece sgorgare dal nulla una sorgente, ma indusse Bernardette a scoprirla. Forse perché in ogni persona c’è una sorgente nascosta da scoprire: l’immagine e somiglianza con Dio, ricoperta e sporcata dal peccato.
Tutte le prime guarigioni di Lourdes sono collegate all’acqua di Massabielle, ma Bernadette stessa mise in chiaro le cose: quest’acqua non servirà a niente senza la fede e la preghiera. Non ha poteri miracolosi, e tuttavia il Signore può utilizzarla come segno della sua opera. Non è stato Lui che per intercessione della madre cambiò l’acqua in vino, che parlò di acqua viva con la Samaritana e inviò il cieco nato a lavarsi alla piscina di Siloe?
I miracoli di Lourdes sono un segno offerto a tutti, miracolati e non miracolati, della “vera” guarigione. Certamente Lourdes è un appiglio provvidenziale, cui possiamo aggrapparci per rinsaldare la nostra fede, una “maniglia” che possono stringere anche quelli che dubitano o sono in ricerca. Basti pensare che presso il Santuario di Lourdes si trova il Bureau des constatations médicales (Ufficio delle constatazioni mediche), cui sono invitati a partecipare medici di qualsiasi convinzione religiosa, e che esamina i casi di presunte guarigioni miracolose che vengono definite inspiegabili secondo le attuali conoscenze scientifiche; in seguito, dopo altre valutazioni, la Chiesa cattolica può affermarne il carattere “miracoloso”.
E fanno riflettere i casi di due eminenti scienziati quali: Alexis Carrel , premio Nobel per la medicina che, da agnostico, si recò a Lourdes nel 1903 come medico al seguito di un treno di ammalati e qui si convertì dopo essere stato testimone oculare della guarigione inspiegabile di una giovane donna malata terminale;
Luc Montagnier, direttore dell’Istituto Pasteur, scopritore del virus dell’HIV, premio Nobel per la medicina, che ha scritto: “Riguardo ai miracoli di Lourdes che ho studiato, credo effettivamente che si tratti di qualcosa non spiegabile…io non mi spiego questi miracoli, ma riconosco che vi sono guarigioni non comprese allo stato attuale della scienza”.
Se confrontate all’enorme numero di pellegrini, le 69 guarigioni inspiegabili “ufficializzate” sono rare ed è inesplicabile, alla ragione umana, il criterio d’elezione dei miracolati: furono guariti dei ricchi invece che dei poveri; vi fu chi guarì prodigiosamente per poi morire dopo in un banale incidente. Ciò sta a significare che quei prodigi sono un mero segno che rimanda alla vera guarigione offerta qui non a pochi, ma a tutti: “Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete . Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,13-14).
© Brunner Emmanuel, Manu25 - Commons Wikimedia CC BY-SA 3.0
Quella sorgente d'acqua, a Lourdes
I tanti prodigi avvenuti nella città francese sono un mero segno che rimanda alla vera guarigione offerta non a tutti