Jacques-Louis David (1748 – 1825), Autoritratto / Wikimedia Commons - http://hoocher.com/Jacques_Louis_David/Jacques_Louis_David.htm, Public Domain (cropped)

Jacques-Louis David e la visione dell’arte

Per il ciclo i “Mercoledì dell’arte”, una conferenza di Enrico Maria Davoli, il prossimo 15 febbraio, presso l’Accademia Urbana delle Arti a Roma

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Enrico Maria Davoli vive a Reggio Emilia. Si occupa di storia dell’arte moderna e contemporanea e di temi e problemi relativi alla decorazione e all’ornatistica sia storiche sia contemporanee. E’ docente di Storia del Design all’Accademia di Belle Arti di Milano-Brera. Ha all’attivo una ricca attività pubblicistica e curatoriale. Fondatore insieme a Marco Lazzarato della rivista on line Fare decorazione, che ha come obbiettivo di riflettere sul tema del decoro e della decorazione nell’attuale panorama artistico ed industriale italiano ed internazionale http://www.faredecorazione.it/
L’occasione di questo incontro con l’arte di Jacques-Louis David (Parigi 1748-Bruxelles 1825) è data dalla traduzione in lingua italiana di uno dei testi critici più importanti mai scritti sul grande pittore neoclassico: David, son école et son temps, pubblicato nel 1855 da Étienne-Jean Delécluze (Parigi 1781-Versailles 1863). A presentare il libro, appena uscito col titolo Jacques-Louis David, la sua scuola e il suo tempo, presso l’editore Carlo Saladino di Palermo, è il curatore (insieme a Daniela Boni) Enrico Maria Davoli.
Delécluze, un allievo di David che aveva ben presto abbandonato la pittura per dedicarsi alla critica d’arte, ricostruisce una sequenza di avvenimenti di enorme portata: quella che, in Francia, si colloca a cavallo tra i secoli XVIII e XIX. La narrazione si snoda attraverso un affascinante andirivieni tra “pubblico” e “privato”. Facendo appello ai ricordi e riscontrandoli con le testimonianze degli amici e dei colleghi di tanti anni prima, Delécluze fa rivivere al lettore, quasi in presa diretta, le occasioni in cui l’esistenza di David si intreccia con quella altrui, a partire dagli allievi del suo atelier, per arrivare ai personaggi più celebri del suo tempo.
A parlarci ancor oggi di David – prima esaltato dagli eventi rivoluzionari e napoleonici che lo fecero assurgere ai vertici della vita pubblica, poi travolto dall’avvento della Restaurazione che lo obbligarono a prendere la via dell’esilio – restano, come ovvio, le opere. Tra di esse, non pochi capolavori, che, dal Giuramento degli Orazi (1784) fino al Leonida alle Termopili (1814), trovano in Delécluze un critico e un esegeta a tutt’oggi per molti versi insuperato.
Ma dietro le opere e fin dentro la loro intima struttura, è fondamentale la suggestione esercitata dai luoghi da cui esse presero vita. Prima e dopo Parigi, il sito principale della topografia davidiana (e del neoclassicismo tutto) è la città di Roma. Anche di questo parla il libro di Delécluze, rievocando un capitolo fondamentale nei rapporti culturali (e non solo) tra Francia e Italia. David, la sua scuola e il suo tempo è il testimone di una staffetta che, sviluppatasi in età manierista e barocca con artisti come Poussin, Lorrain e Bernini, proprio in quegli anni vede consumarsi, con David e i suoi allievi borsisti dell’Accademia di Francia a Roma, la sua ultima, grande stagione di respiro europeo.
[Étienne-Jean Delécluze, Jacques-Louis David, la sua scuola e il suo tempo, a cura di Enrico Maria Davoli e Daniela Boni, Saladino editore, Palermo 2017]
Per info www.rodolfopapa.it  tel. 06.58301143
APPUNTAMENTO
Mercoledì 15 febbraio 2017 ore 18.00
Presso la sede dell’Accademia Urbana delle Arti
Piazza Enrico Dunant, 55 Roma

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ZENIT Staff

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