Lettura
La pericope di oggi ci presenta la guarigione di un sordomuto. Precedentemente, l’evangelista ha riportato l’incontro del Maestro con la donna cananea, guidandoci così a superare le frontiere mentali imposte dalla presunzione di chi è forte dell’appartenenza ad un popolo privilegiato, e ad aprirci alla visione della benedizione del Padre nostro. Siamo nella regione della Decàpoli, la regione “delle dieci città”, nel sud-est della Galilea, la cui popolazione era prevalentemente costituita da pagani.
Meditazione
Un sordomuto viene presentato a Gesù, mentre la folla è desiderosa e curiosa di vedere cosa accade: se il Maestro usa ancora misericordia verso un altro pagano. Lo pregano di imporre la mano su di lui, ma Gesù si ritrae, porta l’uomo con sé, lontano da ogni clamore, e non gli impone la mano ma tocca col suo dito l’interno dell’orecchio, con la sua saliva gli tocca la lingua. Prendendo le distanze dalla folla e dal suo clamore, il Maestro si fa più vicino all’uomo e alla situazione in cui vive – era impedito a relazionarsi con gli altri – e fa suo il disagio del sordomuto, invitandolo ad aprirsi alla meraviglia del Padre e del creato. “Effatà-Apriti”, gli dice e gli dona la capacità di relazionarsi al meglio con il mondo che, fino a quel momento, gli era ostile e incomprensibile. Gesù non desidera il clamore, che è di impedimento alle relazioni autentiche, ma vuole che l’uomo possa rapportarsi con i suoi simili alla pari, né come menomato, né come privilegiato. Comanda ai presenti di non divulgare l’accaduto, ma l’effetto è esattamente il contrario: lo stupore e la meraviglia davanti alla perfezione del suo operato non è contenibile; chi ha visto, chi ha sperimentato non riesce a tacere, deve annunciare. Il vero messaggio propostoci è che il Maestro, nell’annunciare la misericordia del Padre, non ha paura di contaminarsi col male dell’uomo per restituirgli quella dignità perduta che lo rende capace di rapportarsi in pienezza col creato e col divino. L’evangelista conduce poco alla volta i suoi lettori a meditare sulla grandezza dell’annuncio del Regno, ora non più riservato ai soli ebrei, ma ad ogni uomo di buona volontà, che sia pronto ad accogliere il dono della Parola di vita.
Preghiera
Signore, aiutami a non essere prigioniero dei miei mali, a riconoscere il tuo operare in me. Donami la capacità di aprirmi alla tua azione di salvezza, e di testimoniare la gioia che viene dall’incontro con te.
Agire
Farò un’opera di misericordia, nel modo che riterrò più opportuno.
Meditazione del giorno a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
Pixabay CC0 - PD
Aprirsi al dono divino – Meditazione quotidiana
Meditazione della Parola di Dio di Venerdì 10 Febbraio — S. Scolastica (Memoria)