Daily meditation on the Gospel

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L’attesa che anticipa l’incontro

Meditazione della Parola di Dio di giovedì 2 febbraio — Presentazione del Signore (Festa)

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Lettura
Luca unisce in questo brano l’adempimento di due prescrizioni: la purificazione della madre, come recita il Levitico (12,2-8) – prevista quaranta giorni dopo il parto –, e la consacrazione dei primogeniti, come era prescritta in Esodo (13,11-16). Quest’ultima era considerata un “riscatto”, in ricordo dell’azione salvifica di Dio quando liberò gli israeliti dalla schiavitù d’Egitto. In tutta la scena, i genitori appaiono come nell’atto di offrire il figlio come si faceva con le vittime e i leviti; mentre nella figura di Simeone e Anna, è piuttosto Dio che offre e presenta il Figlio per la salvezza del popolo.
Meditazione
Attraverso i vegliardi Simeone e Anna, Luca ci propone due figure che incarnano l’aspettativa e il desiderio di salvezza del popolo fedele a Dio, che umile e fiducioso attende il compiersi della meraviglia divina attraverso l’umile osservanza della Legge, e illumina e anticipa con la preghiera e il digiuno la venuta del Salvatore. La loro non è un’attesa immobile, statica, ma è un attendere per andare incontro, per accogliere e anticipare l’incontro, è un pre-gustare l’evento. Capacità, questa, di un cuore umile e docile allo Spirito, che rende capaci di leggere i segni di salvezza, che mai mancano nella nostra storia e personale e comunitaria. Con la figura di Maria, donna docile allo Spirito e capace delle meraviglie di Dio, l’evangelista ci conduce a guardare la carica dirompente che l’accogliere la salvezza che ci viene offerta comporta. Solo chi, come la Madre, saprà affidarsi pienamente all’azione dello Spirito, con umiltà e perseveranza, supererà prove e dolori, momenti di sconforto, per poi godere pienamente della luce della salvezza. Simeone, uomo di fede, col suo gesto di tenerezza, nell’atto di prendere in braccio e portare a sé il bambino che è il segno di inciampo per i “molti”, ci svela che la vera fede non è adesione sterile ad un credo, ma è piuttosto portare a sé le prove che la vita ci offre per dare testimonianza della luce di salvezza che in Cristo ci è stata donata. Anna diventa così la voce autorevole di tale annuncio, la sua stessa esistenza è una lode. Con il finale del brano, l’evangelista ci conduce a ricercare la nostra attesa, accoglienza, e aspettativa di incontro e salvezza nella normalità del nostro quotidiano: «Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui».
Preghiera
Signore, aiutami a fare la tua volontà. Rendimi capace di scorgere e di accogliere con gioia la tua presenza nel quotidiano. Fa’ di me uno strumento del tuo amore, affinché possa rendere testimonianza della tua salvezza. Tu che sei vita, salvezza, gioia, amore.
Agire
Quest’oggi affiancherò alla preghiera un’opera di misericordia corporale.
Meditazione del giorno a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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