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Israele: basso tasso di crescita dei cristiani

La crescita della comunità cristiana nel Paese si attesta all’1,5%. Quella ebraica sale dell’1,9% e quella musulmana del 2,4%

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Una crescita lieve, inferiore a quella di ebrei e musulmani. È quella della popolazione cristiana in Israele, come si evince dai dati forniti come ogni anno prima di Natale dall’Ufficio centrale di statistica d’Israele.
Attualmente – riferiscono le fonti ufficiali riprese dall’agenzia Fides su dati aggiornati alla fine del 2015 – i cittadini cristiani d’Israele sono 170mila, pari al 2% della popolazione. Il 78,9% dei cittadini cristiani in Israele sono arabi. Gli altri sono cristiani immigrati in Israele con i parenti negli anni scorsi, e riconosciuti come cittadini israeliani grazie alla “Legge del Ritorno”. Buona parte di questo ultimo gruppo è rappresentata da immigrati giunti in Israele dall’ex Unione Sovietica, durante gli anni Novanta del secolo scorso.
La crescita dei cristiani nel Paese si attesta all’1,5%, un tasso inferiore a quello di crescita della popolazione ebraica (1,9%) e di quella musulmana (2,4%). Anche la composizione per età della popolazione cristiana denota una tendenza all’invecchiamento: tra la popolazione cristiana, la percentuale di giovani fino a 19 anni è al 28,2%, inferiore a quella che si registra tra la popolazione ebraica (34,3%) e tra la popolazione musulmana (46,9%). Tra i cristiani, la percentuale degli ultra-65enni raggiunge l’11,0%, rispetto al 13,0% che si registra tra gli ebrei e al 3,8% che si registra tra i musulmani. Più bassa anche la media di figli per famiglia, 1,9 tra i cristiani, 2,3 tra gli ebrei e 2,8 tra i musulmani.
Dal 1948 ad oggi, cioè dalla nascita dello Stato d’Israele, i cristiani in Terra Santa sono diminuiti notevolmente. 70 anni fa i cristiani erano uno ogni dieci abitanti. Denatalità, emigrazione ed eventi bellici tra le cause della drastica riduzione.

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ZENIT Staff

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