Corruzione è un peccato lieve?

Per molti fedeli la corruzione non è un peccato “da confessione”. Il pensiero comune è che si compie un illecito lieve per necessità

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È il più facile ed il più pericoloso dei peccati. Viene spesso banalizzato. In alcuni casi è giustificato e si trovano mille ragioni per praticarlo. Si tratta della corruzione. In questa seconda parte dell’intervista monsignor Costantino Di Bruno, spiega la natura e l’origine di questo male diffuso, tante volte stigmatizzato da Papa Francesco.
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Molti fedeli neanche confessano il peccato di corruzione sostenendo che si compie un illecito lieve per necessità. Lei che è confessore come risponderebbe?
Quanto è contrario ai Comandamenti di Dio, alle due tavole della Legge, è corruzione, compresa una più piccola falsità o menzogna detta ai danni del nostro prossimo, o anche un innocuo amuleto che si porta per scaramanzia: “Non si trovi in mezzo a te chi fa passare per il fuoco il suo figlio o la sua figlia, né chi esercita la divinazione o il sortilegio o il presagio o la magia, né chi faccia incantesimi, né chi consulti i negromanti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore. A causa di questi abomini, il Signore, tuo Dio, sta per scacciare quelle nazioni davanti a te. Tu sarai irreprensibile verso il Signore, tuo Dio, perché le nazioni, di cui tu vai ad occupare il paese, ascoltano gli indovini e gli incantatori, ma quanto a te, non così ti ha permesso il Signore, tuo Dio” (Dt 18,10-14).
Ogni forma di superstizione toglie a Dio la sua gloria. Lo priva della sua Signoria. Ogni senso che viene usato per il peccato, aumenta nell’uomo la corruzione della sua anima e del suo spirito. Sull’uso dei sensi Gesù parla con divina chiarezza: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna” (Mt 5,27-30).
Ogni violazione dei Comandamenti, compreso anche il settimo, non è peccato contro l’uomo, ma contro Dio. Si offende l’uomo, ma si pecca contro il Creatore, lo si insulta nella sua Signoria su tutto il creato. L’uomo non è più creatura, in tutto dipendente da Dio, si fa creatore di se stesso, anche servendosi del sangue del fratello per “ingrassare” la sua vita. Questa verità è stata rivelata già circa tremila anni fa da Davide dopo la sua duplice colpa di adulterio e di  omicidio: “Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo” (cfr. Sal 51,6-12).
Che dire poi dei furti del tempo e della vita operati contro il Signore? Non si consacra più a Lui il suo giorno santo. Non si donano più figli a Lui. È questa la corruzione: l’egoismo soffocante che cancella ogni volontà di Dio sulla creatura fatta da Lui a sua immagine e somiglianza. C’è da riflettere. A giustificazione di ogni egoismo, non solo si riduce la Parola di Dio a menzogna, cosa ancora più grave, si pone la nostra volontà come unico punto di riferimento e la si dichiara volontà di Dio. Oggi l’uomo non sta dichiarando volontà di Dio ogni nefandezza e abominio? Che dire ancora del furto e dell’appropriazione indebita della terra e dei suoi beni, che sono sempre e solo di Dio? A noi è stato dato l’uso e dovrà essere sempre esercitato con sapienza, intelligenza, giustizia, carità. Quanto non è strettamente necessario alla nostra vita, è degli altri per diritto divino. Va dato loro per giustizia. Se vogliamo fare l’elemosina, questa deve essere privazione del nostro necessario. Si rinuncia al nostro per dare agli altri.
Affermare o sostenere che si compie un atto illecito per necessità, già nello spirito, nel cuore, nella mente è corruzione della verità rivelata. Non rubare – ed è furto tutto ciò che si toglie agli altri, ma che non è frutto del nostro sudore – è comandamento al negativo ed obbliga semper pro semper. Non vi è alcun motivo valido per rubare, come non vi è nessun motivo giusto per commettere adulterio, per dire una falsa testimonianza, per divenire idolatri, per ammazzare.
Dobbiamo anche ricordare che al settimo comandamento è stato posto da Dio un muro di difesa. È il decimo comandamento che vieta ogni desiderio. Noi siamo chiamati a vivere con giustizia, sobrietà, pietà. La sobrietà, o temperanza, è virtù cardinale, necessaria, anzi indispensabile all’uomo. Ma questa virtù è dono e frutto in noi dello Spirito Santo. Chi vive di verità corrotta, attesta che è senza la luce e la guida dello Spirito. Leggiamo nel Libro di Tobia: “Anna lavorava a domicilio, tessendo la lana che rimandava poi ai padroni, ricevendone la paga. Ora nel settimo giorno del mese di Distro, quando tagliò il pezzo che aveva tessuto e lo mandò ai padroni, essi, oltre la mercede completa, le fecero dono di un capretto da mangiare. Quando il capretto entrò in casa mia, si mise a belare. Chiamai allora mia moglie e le dissi: «Da dove viene questo capretto? Non sarà stato rubato? Restituiscilo ai padroni, poiché non abbiamo nessun diritto di mangiare una cosa rubata». Ella mi disse: «Mi è stato dato in più del salario». Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni e per questo mi vergognavo di lei”  (Tb 2,11-14).
Il profeta Abacuc dice al disonesto: “Hai decretato il disonore alla tua casa. Hai fatto del male contro te stesso” (Ab 2,10). San Giacomo ci ammonisce: “E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che cadranno su di voi! Le vostre ricchezze sono marce, i vostri vestiti sono mangiati dalle tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si alzerà ad accusarvi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario dei lavoratori che hanno mietuto sulle vostre terre, e che voi non avete pagato, grida, e le proteste dei mietitori sono giunte agli orecchi del Signore onnipotente. Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza” (Gc 5,1-6). Un tempo si insegnava che certi furti e frodi gridavano vendetta al cospetto di Dio. Oggi Dio è messo da parte da tutti e non ha più vigore né la sua Signoria, né la sua Legge, né tanto meno l’amore verso di Lui e il rispetto e l’onore per la sua gloria. Non solo. L’uomo si sta scrivendo oggi leggi che donano legalità ad ogni immoralità e peccato. Una società che si confeziona leggi per legalizzare ogni corruzione ed empietà, non ha futuro. Sarà consumata dal male da essa legalizzato. Ogni voto e firma che danno legalità a leggi di immoralità ci rendono responsabili di tutto il male che essi producono.
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Ieri è stata pubblicata la prima parte dell’intervista. La terza parte sarà pubblicata domani 29 dicembre

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Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

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