Una forte tempesta di neve si è abbattuta in queste ore sulla Siria nordoccidentale aggravando ulteriormente le già precarie condizioni di vita delle migliaia di famiglie fuggite da Aleppo est negli ultimi giorni, così come dei civili che sono ancora intrappolati in città. Questa la denuncia che arriva da Save the Children, l’organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini in pericolo e a tutelarne i diritti, proprio nel giorno dell’Aleppo Day.
Si stima che circa 26mila persone sono arrivate nelle aree rurali di Aleppo e Idlib negli ultimi giorni, spesso con i soli vestiti che avevano indosso, e, con le temperature che scendono sotto lo zero, in molti sono costretti a dormire in tenda o in edifici non riscaldati.
Tra gli sfollati, continua l’organizzazione, vi sono migliaia di bambini e neonati sono in condizioni di estrema vulnerabilità, spesso malnutriti e particolarmente deboli, dopo aver vissuto mesi sotto assedio, senza cibo adeguato per nutrirsi. Secondo le testimonianze riportate dagli operatori umanitari, sono moltissimi i bambini rimasti soli, separati dai loro genitori nella confusione che spesso si crea dopo la discesa dai bus con i quali le popolazioni sono state evacuate da Aleppo est, con le persone che vanno immediatamente a cercare il cibo.
“Al punto di incontro dove gli autobus arrivano da Aleppo, i bambini sono in stato di shock totale quando vedono la frutta o i pasti caldi che vengono distribuiti”, spiega Muslem Essa, un operatore umanitario impegnato con l’organizzazione locale Violet a Idlib. “Molti bambini, quando scendono di corsa dagli autobus pur di accaparrarsi una mela o una banana, finiscono con il perdere i propri genitori e restano separati dalle loro famiglie. Alcuni di loro non hanno visto un pezzo di frutta da almeno sei mesi e sui loro volti, così come su quelli di tanti adulti, i segni della malnutrizione sono evidenti”.
“Per giorni, in attesa dell’evacuazione, i bambini hanno sofferto la fame, e ora sono esausti, alcuni di loro malati e ovviamente traumatizzati”, denuncia Essa. “Quando arrivano, i loro volti e le loro mani sono completamente neri e ricoperti di polvere di carbone, visto che negli ultimi giorni hanno bruciato mobili e qualsiasi altra cosa pur di riscaldarsi in qualche modo”,
Con il deterioramento delle condizioni meteorologiche crescono le preoccupazioni anche per le persone ancora intrappolate ad Aleppo est. Mentre aspettano di essere evacuate, queste famiglie continuano a dormire in strada o in edifici bombardati, privi di cure mediche, cibo e carburante. I negoziati per completare l’evacuazione da Aleppo est e dai villaggi sotto assedio di Fuaa e Kefraya, nella zona di Idlib, sono tuttora in corso ma la neve e il cattivo tempo rischiano di ritardarne l’attuazione. La tempesta di neve sta compromettendo gravemente anche la possibilità di prestare soccorso alle popolazioni di Idlib. I partner di Save the Children sul campo riferiscono che le ambulanze sono bloccate sulle strade a causa della neve, ritardando ulteriormente il trasferimento dei pazienti che già da giorni aspettavano di ricevere cure mediche.
Secondo le testimonianze degli operatori umanitari sul campo, nelle aree rurali di Idlib e Aleppo, le famiglie vulnerabili hanno urgente bisogno di aiuto, ma la neve sta rendendo molto complicato il passaggio delle ambulanze e dei camion con i soccorsi. Ieri mattina, dopo dieci giorni di attesa delle cure mediche ad Aleppo est sotto assedio, una bambina di appena 5 mesi è arrivata in un ospedale supportato da Syria Relief con due gambe e un braccio rotti e una ferita aperta sullo stomaco. I suoi genitori sono stati uccisi mentre i suoi fratelli, feriti, sono stati trasportati in un altro ospedale.
“Negli ultimi tre giorni, abbiamo ricevuto 30 bambini gravemente feriti in un ospedale che supportiamo. Molti dei casi che stiamo assistendo riguardano infezioni da ferite che non sono state curate in maniera adeguata durante l’assedio. Per questo motivo, siamo spesso costretti ad amputare gli arti che purtroppo non possono essere salvati”, racconta il dottor Mounir Hakimi, presidente di Syria Relief. “Nei punti di accoglienza, vediamo gente scendere dagli autobus che è esausta e che sta letteralmente morendo di fame. Non avrei mai pensato, in vita mia, di vedere gente così disperata pur di magiare un biscotto. Ora abbiamo bisogno di più coperte e scorte di cibo e sappiamo che la neve renderà il nostro lavoro ancora più difficile nei prossimi giorni”.
Save the Children sta fornendo aiuti alimentari, sovvenzioni in denaro, coperte e kit di emergenza a migliaia di famiglie sfollate che sono arrivate di recente da Aleppo Est. Stiamo inoltre continuando a fornire supporto ulteriore a strutture mediche e scuole per via dei bisogni crescenti. “I nostri partner stanno lavorando senza tregua e in maniera eroica, con le temperature sotto lo zero, per aiutare le famiglie che arrivano da Aleppo est”, afferma Nick Finney, direttore di Save the Children in Siria nordoccidentale. “I bisogni sono enormi: migliaia di bambini sono arrivati in questi ultimi giorni affamati, infreddoliti e terrorizzati, dopo mesi trascorsi sotto l’assedio e i bombardamenti. Hanno bisogno immediatamente di cibo, di un posto dove stare e di cure mediche. Poi sarà fondamentale riuscire a farli tornare a scuola, perché possano recuperare un senso di normalità nella loro vita, dopo queste esperienze traumatiche”.
Save the Children chiede agli osservatori internazionali dell’Onu di entrare ad Aleppo est entro le prossime 24 ore e di monitorare l’evacuazione dei civili ancora intrappolati, assicurando che i più vulnerabili e più difficili da raggiungere – tra cui malati, anziani e bambini – siano in grado di abbandonare l’area in maniera dignitosa. Con circa 750.000 persone che vivono ancora sotto assedio, senza cibo sufficiente, carburante e cure mediche, e con le temperature sotto le zero, l’Organizzazione chiede inoltre la fine immediata dell’assedio in tutta la Siria.
*
Per sostenere gli interventi di Save the Children in Siria: www.savethechildren.it/