San Filippo e San Giacomo: conclusa ricognizione canonica delle reliquie

La cerimonia di chiusura nella basilica dei Santi XII Apostoli di Roma, dove le spoglie dei due santi sono state sigillate ed esposte in una nuova teca di vetro

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Nella basilica dei Santi XII Apostoli di Roma si è celebrata la cerimonia di chiusura della ricognizione canonica sulle reliquie degli Apostoli Filippo e Giacomo Minore, una procedura avviata da Papa Francesco il 5 aprile 2016 per monitorare e migliorare le condizioni di conservazione dei reperti e sottoporli a una nuova serie di studi e di esami. I dati raccolti nelle varie ricerche saranno analizzati ancora per alcuni mesi, ma è già possibile affermare che alcuni risultati sembrerebbero confermare alcuni dettagli della tradizione paleocristiana sul destino dei due Apostoli, entrambi martirizzati.
Si tratta di ceneri conservate in due vasi di vetro, cinque denti, e diversi frammenti ossei. In più sono presenti polveri di un colobion (antica veste liturgica) e di altri tessuti. Reperti che costituiscono le fondamenta simboliche e religiose della basilica stessa, fatta costruire nel VI secolo da Papa Pelagio I, lo stesso Pontefice che ordinò il trasferimento delle reliquie dai territori dell’Impero Romano d’Oriente a Roma. “Le spoglie dei due Apostoli rappresentano la testimonianza di fede di tutti i Dodici, a cui Papa Pelagio I decise di consacrare questa chiesa”, ha dichiarato Padre Agnello Stoia, parroco della basilica, gestita dall’Ordine francescano dei frati minori conventuali dal 1460, per volontà di Papa Pio II Piccolomini.
“Le reliquie – ha continuato Stoia – sono state ritrovate nel 1873 nell’altare di marmo frigio di Pelagio, sotto l’altare maggiore, sopra il quale, nei secoli, ne erano stati sovrapposti altri. La precedente ricognizione canonica risaliva al lontano 1879. I recenti lavori di restauro alla cripta hanno permesso di constatare un elevato livello di umidità che ha consigliato di richiedere una nuova ricognizione per verificare lo stato di conservazione dei resti dei due Apostoli. Tutti i materiali rinvenuti nelle spoglie sono stati quindi catalogati e divisi per tipologie. Oltre a resti organici di varia natura, le analisi hanno rivelato la presenza di residui di vario tipo: tessere di mosaico in pasta vitrea, chiodi in ferro, frammenti di legno, alcuni dei quali decorati, frammenti di carbone, schegge di marmo, frammenti di intonaco, foglie d’oro, tessuti di diversa natura, resti di insetti, di volatili e di piccoli roditori, parti di fiori e semi”.
Una variegata equipe scientifica, composta da personale docente di dodici Università italiane (fra cui spicca in particolare quella del Salento), vari istituti di ricerca e laboratori, del Ministero dei Beni Culturali e della Fabbrica di San Pietro del Vaticano, sotto il coordinamento tecnico e scientifico del professor Nazareno Gabrielli, ha sottoposto le reliquie a numerosi e avanzati esami i cui risultati saranno pronti nella primavera del 2017.
“La reliquia più interessante – ha precisato Padre Agnello – è il frammento osseo di un piede di San Filippo, su cui le analisi scientifiche hanno confermato la presenta di un trauma da penetrazione da chiodo delle dimensioni di quelli usati nell’antichità per le crocifissioni. Questo elemento avvalora la tradizione martirologica sulla morte in croce dell’apostolo, come raffigurato nel grande dipinto dietro l’altare maggiore della basilica. Gli studi sulle spoglie dei due Apostoli e la loro ostensione, hanno permesso di farle conoscere meglio a tanti fedeli. Moltissimi pellegrini sono giunti dall’Italia e da tutto il mondo cristiano, permettendoci di rinsaldare importanti legami con le Chiese orientali. A maggio infatti una delegazione partirà da Roma e Assisi alla volta di Smirne, in Turchia, per portare, nella terra evangelizzata dall’apostolo Filippo, alcune reliquie che saranno consegnate nelle mani del Patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo”.
La cerimonia ha visto prima il canto dei Vespri, poi la processione dei frati francescani della basilica che hanno portato le reliquie nella navata centrale, dove sono state sigillate in un nuova teca di vetro, in cui sarà inserito gas argon per ottenere una migliore conservazione. La teca sarà sistemata sotto l’altare maggiore della basilica. Sono stati poi firmati i documenti di chiusura ufficiale della ricognizione canonica. La messa è stata infine celebrata da monsignor Gianfranco Girotti che ha sostituito l’arcivescovo di Milano Angelo Scola, cardinale presbitero dei Santi XII Apostoli, bloccato da una leggera influenza.

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Alessandro de Vecchi

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