Lettura
La reazione di Maria all’annuncio dell’angelo non è la chiusura in se stessa, l’autocontemplazione, ma l’apertura, il mettersi in viaggio, la condivisione. La grazia mette sempre per strada. Il motivo del viaggio e della fretta è duplice: portare aiuto ad una parente che è nel bisogno, e andare a vedere l’opera di Dio in lei, come le aveva anticipato l’angelo Gabriele. La grazia, dovunque fiorisca, crea legami, fa Chiesa.
Meditazione
Contemplo innanzitutto i piedi di Maria, che si muovono veloci per strade impervie e solitarie. “Come sono belli sui monti i piedi della messaggera di pace” aveva cantato secoli prima Isaìa, guardando le donne che si affrettavano a portare dispacci da un quartier generale a un altro. La carità è sempre in viaggio. In Maria è in cammino il Figlio di Dio incarnato in Lei, che anticipa l’affrettarsi per le strade di Gesù con i suoi discepoli. È proprio dell’amore mettersi in viaggio: “amare è sempre uscire da sé per andare verso gli altri”. Chi non ama resta chiuso in casa, e non conosce la santa fretta dell’incontro e del soccorrere i bisogni dell’altro. Tu sei in cammino o sei un sedentario? Natale non è per i pantofolai e i Don Abbondio, che restano chiusi in casa con la scusa di “un febbrone”, ma è una grazia per strada, scocca quando abbiamo il coraggio di lasciare le nostre sicurezze per avventurarci sui “sentieri altri” per cultura, per lingua, per stato sociale. L’incontro di Maria ed Elisabetta è un’apoteosi della grazia: il saluto di Maria sconvolge nelle viscere Elisabetta, il bambino le danza in grembo come Davide dinnanzi all’Arca, le fiorisce sulla bocca una benedizione suggerita dallo Spirito Santo, che le fa vedere ciò che Maria non le ha ancora detto: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”. E riconosce la vera grandezza della futura Madre del Redentore: “Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. È incoraggiante intravvedere in questo incontro ciò che dovrebbe accadere in ogni incontro tra credenti che si confermano a vicenda nella fede, nella vocazione ricevuta, che si aiutano a capire l’opera che Dio sta compiendo in ciascuno. Noi non sappiamo vedere l’opera della Grazia in noi, sono gli altri che leggono meglio ciò che Dio sta operando e ci rimandano un’immagine più nitida e vera dei doni deposti in noi. Viviamo così il nostro essere Chiesa e, in essa, l’appartenenza a questo o quel gruppo ecclesiale?
Preghiera:
Signore Gesù, confermaci nel dono dei fratelli che sono chiamati ad autenticare la nostra chiamata, e rendici attenti alla loro lettura del libro della vita. E tu, Santa Maria del cammino, tiraci fuori dai nostri nascondigli asfissianti e riportaci nei crocevia della storia dove possiamo sperimentare che “nulla riposa dalla vita quanto la vita”.
Agire:
Chiedo un incontro con il mio padre spirituale, perché mi aiuti a capire l’opera di Dio in me.
***
Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
Pixabay CC0 - PD
Grazia a catena
Meditazione della Parola di Dio di mercoledì 21 dicembre – Feria di Avvento, San Pietro Canisio, commemorazione