Ucraina. Shevchuk: “Il Paese non ceda all’odio”

Secondo l’arcivescovo maggiore di Kiev, la guerra civile ha riportato molta gente alla fede

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A quasi tre anni dall’inizio della guerra civile, in Ucraina si riscontrano i segni di una rinascita della fede. A riferirlo è l’arcivescovo maggiore greco-cattolico di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, in un’intervista rilasciata alla Radio Vaticana, che andrà in onda in forma completa il prossimo 4 gennaio, nell’ambito della trasmissione Roma: la Chiesa nella città.
Secondo Shevchuk, “quando è cominciata la guerra in Ucraina tutta la diaspora si è risvegliata: anche quelle persone che per vari motivi si erano allontanate sia dalle comunità culturali che dalla Chiesa. Ritornano perché sentono che devono fare qualcosa per coloro che soffrono in Ucraina”.
La popolazione, sottolinea l’arcivescovo maggiore riscontra che né i “politici”, né i “diplomatici” riescono a “fermare la guerra”: a fronte di ciò, si assiste ad un “risveglio della vita cristiana autentica”, con “una comunità che vive la liturgia, una comunità che annuncia il Vangelo e insegna la Catechesi”, facendo anche “servizio sociale, perché “se una parrocchia si chiude in sé stessa muore”.
Monsignor Shevchuk denuncia poi “gli aggressori moderni, che vogliono modellare il mondo secondo il loro piano strategico o geopolitico”, provando ad instillare “due sentimenti molto pericolosi: paura e odio”. Molti hanno paura “di perdere la sicurezza economica, a causa delle migrazioni […] di perdere il potere, a causa delle nuove elezioni”. La “risposta cristiana”, ribadisce però l’arcivescovo, è: “Non abbiate paura! Perché non sono le leggi cieche dell’economia che dirigono la nostra vita, ma le persone libere e responsabili”.
Shevchuk esorta quindi i suoi connazionali: “Non odiate quelli che forse si presentano come vostri nemici. Sappiamo che solo l’amore è capace di generare gli eroi”. Altrimenti, l’“odio globale” rischia di distruggere “sia la collaborazione tra gli Stati europei che la sicurezza mondiale, il sistema della sicurezza”.
 

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ZENIT Staff

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