Immobile, non visto, mi fermo ad osservare un topolino appena caduto nella trappola. Ne seguo incuriosito ogni movimento: si avventò ingordo sul formaggio, leccandosi di tanto in tanto i baffi.
Terminato il pasto, si guardò attorno per cercare l’uscita; dapprima la cercò con calma, poi sempre più nervosamente, girandosi su sé stesso come una trottola, finché, esausto, sfinito, si fermò al centro della gabbia. Un breve riposo, e ancora qualche sguardo orizzontale verso i lati della trappola: nessuna apertura, nessuna speranza.
Allora, cosa che non aveva ancor fatto, cominciò a guardare in alto: fissò a lungo lo stretto pertugio dal quale era entrato, tanto largo e agevole dall’esterno, così angusto e arduo dall’interno. Fissò e rifissò quella remota, piccolissima speranza. Deciso, spiccò il salto in verticale, e, miracolosamente, fu libero.
Andò a godersi il cielo aperto, la libertà infinitamente più saporita di ogni allettante formaggio. L’egoismo è la trappola che, con l’offerta di qualche appetitoso bocconcino, ti mette nei guai. “Qui muoio di fame!”. Ma, proprio grazie alla disperazione, finalmente ti fermi e guardi in su… e, puntando verso l’alto con un balzo in verticale, ritrovi te stesso.
Puoi ancora preferire e difendere la gioia del cielo sempre aperto.
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Ciao da padre Andrea
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Il cielo aperto
L’egoismo è la trappola che, con l’offerta di qualche appetitoso bocconcino, ti mette nei guai