Il centro del cuore

Un bambino non è immaginabile senza la mamma, né può avere respiro se non è continuamente e stabilmente in rapporto con lei

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È un riposo vero, direi paradisiaco, quello che il bambino vive nel “sen che mai non cangia”. Anche nel sogno, quasi in un volo, continua il suo gioco d’amore. Un bambino non è immaginabile senza la mamma, né può avere respiro se non è continuamente e stabilmente in rapporto con lei.
Un bambino che dorme in braccio alla mamma è il monumento della fiducia e dell’amore. È un’opera d’arte che definisce la grandezza della mamma e del bambino. Proclama la mamma quale invenzione dell’amore del Padre e dice a tutti la grandezza del figlio, frutto della collaborazione della mamma con il Creatore.
Immagina il tradimento che può patire il bambino se al suo risveglio non vede subito accanto a sé la mamma che, al primo vagito, accorre immediatamente, scusandosi con mille coccole di essersi momentaneamente assentata ma proprio per badare a lui.
Quante volte, giocando nella stanza accanto alla cucina, dove lavora la mamma, il bambino la chiama, va da lei per mille motivi veri o pretestuosi o perché deve risolvere qualche problema, piccolo o grande, o perché ne ha combinate una delle sue o perché gli è accaduto o ha visto o ha sentito qualcosa di strano o perchè si è fatto male.
La soluzione, il riferimento è sempre e unicamente la mamma. La stella polare del suo andare, del suo stare è solo lei. Se eventualmente qualcosa lo potesse distrarre, distogliere o mettere in conflitto, è sempre la mamma l’ago della bilancia che riporta l’equilibrio, non può essere che lei il centro del suo cuore.
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Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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