È ancora San Giovanni Battista il protagonista del Vangelo di oggi (Gv 5,33-36), ad indicarci Gesù, a farci da lampada per illuminare il cammino verso di lui. Durante la messa del mattino alla Casa Santa Marta, papa Francesco ha tratteggiato la figura dell’ultimo profeta, come la “voce” che, gridando nel deserto, “dà testimonianza della Parola”, del “Verbo di Dio”.
Di Giovanni Battista spicca in modo particolare l’umiltà di chi non si sente “degno di allacciare i calzari” al suo successore: il Pontefice lo ha descritto come il “provvisorio che indica il definitivo”, ovvero Gesù Cristo. Ogniqualvolta il popolo o i dottori della legge, domandavano a Giovanni se lui fosse il messia, lui rispondeva chiaramente: “Io non lo sono”; e questo è un segno della “sua grandezza”.
Quella di Giovanni è una “testimonianza provvisoria ma sicura, forte”, una “fiaccola che non si è lasciata spegnere dal vento della vanità”. La sua “voce” non si è lasciata “diminuire dalla forza dell’orgoglio” ed “apre la porta all’altra testimonianza, quella del Padre, quella che Gesù dice oggi: ‘Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni, quella del Padre. E Giovanni il Battista apre la porta a questa testimonianza’”.
Aperta questa porta, Giovanni si mette “da parte”, dimostrandosi “umile” e “grande”, e imbocca “la stessa strada che prenderà Gesù dopo”, quella dello “svuotarsi di sé”, ha commentato il Santo Padre.
Sul piano puramente umano l’esistenza di Giovanni il Battista si conclude nel più inglorioso possibile dei modi: “nell’oscuro di una cella, in carcere, decapitato, per il capriccio di una ballerina, l’invidia di un’adultera e la debolezza di un ubriaco”, ha ricordato il Papa.
La messa di stamattina è stata presieduta da Francesco alla presenza di religiosi, vescovi, sacerdoti e coppie di sposi al loro 50° anniversario di vita consacrata o matrimoniale. A tutti costoro il Pontefice ha espresso un auspicio: “È una bella giornata per domandarsi sulla propria vita cristiana, se la propria vita cristiana ha sempre aperto la strada a Gesù, se la propria vita è stata piena di quel gesto: indicare Gesù”.
Il Santo Padre ha quindi chiesto ai suoi ospiti di “ringraziare per tante volte che l’hanno fatto, ringraziare e ricominciare, dopo il 50°, con questa vecchiaia giovane o gioventù invecchiata – come il buon vino! – dare il passo in avanti per continuare a essere testimone di Gesù”.
In conclusione dell’omelia, Bergoglio ha invocato l’intercessione di San Giovanni Battista perché aiuti nella “nuova strada”, oggi iniziata, tutti coloro che celebrano il loro 50° anniversario di sacerdozio, di vita consacrata o di matrimonio.
@ Servizio Fotografico - L'Osservatore Romano
Santa Marta: “Umili come Giovanni Battista, che si è fatto da parte per Gesù”
Papa Francesco celebra la messa del mattino alla presenza di sacerdoti o coppie di coniugi al loro 50° anniversario di ordinazione o matrimonio