Lettura
Il testo che meditiamo è inserito nel capitolo 5 del Vangelo di Giovanni, e fa parte di un lungo discorso che Gesù tiene dopo la guarigione del paralitico alla piscina di Betzaetà, dove parla della sua identità di Figlio in relazione al Padre. Il Padre lo ama, gli rivela i segreti del suo cuore e lo rende partecipe del suo potere di dare la vita: è il Padre il “grande sponsor” di Gesù, ed è da Lui che Egli riceve testimonianza. In questo contesto Gesù parla di Giovanni e della testimonianza che il Battista gli ha reso, perché è Lui lo Sposo.
Meditazione
Gesù non riceve testimonianza da un uomo, ma da Dio stesso, eppure anche Giovanni ha parlato di lui, ma i cuori sono induriti e chiusi a qualsiasi rivelazione. “Vi dico queste cose perché siate salvati” afferma Gesù portando il discorso al cuore del problema che è e rimane la salvezza. A sentire certi discorsi, anche di gente impegnata nella vita della Chiesa, sembra che aderire a questa o quella corrente teologica o scuola di pensiero sia la cosa più importante; alcuni propongono itinerari, stage, canti e magliette con tanto di slogan, come se fosse quello il fine di tutta l’azione pastorale e non invece i mezzi per l’unico fine importante: credere in Gesù ed essere salvati. I capi carismatici dei movimenti, insieme a sacerdoti, vescovi ed operatori pastorali si affannano a dimostrare che il loro è l’unico percorso DOC, e che tutti gli altri dovrebbero umilmente venire a Canossa per chiedere di farne parte, e lo fanno con tale foga e sussiego da rischiare il ridicolo. E Gesù? Da centro di tutto il Vangelo diventa attaccapanni di bandane e magliette, labari e mantelli, bandiere e distintivi. La grazia dell’Avvento ci riporta all’essenziale: Il Padre ha mandato il Figlio nel mondo perché il mondo si salvi per mezzo di Lui. Una volta chiarito il centro, prendono senso anche le mediazioni, e il Battista è tra queste: “Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce”, dice Gesù non senza un velo di tristezza. Gli ascoltatori hanno visto ardere e risplendere la sua lampada che indicava un cammino nella notte, ma vi si sono riparati solo per un momento. Non facciamo così anche noi con i testimoni di oggi? Ci avviciniamo, ci appassioniamo per un mese, un’estate (come con le canzoni), ma poi passiamo ad altro, sempre in cerca di novità. E ci perdiamo.
Preghiera:
Grazie, Signore, per le lampade che hai posto sul mio cammino perché io non avessi a perdermi. Si chiamano Padre Pio, Madre Teresa, Giovanni Paolo II, Don Pino Puglisi, Don Tonino Bello, e hanno rischiarato come stelle la notte di questi anni. Aiutami a non resettarli. Hanno brillato di luce riflessa, ed hanno dato testimonianza al tuo Amore.
Agire:
Torno a leggere qualche pagina che in passato mi ha entusiasmato e mi ha fatto vibrare l’anima.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Lampade nella notte
Meditazione della Parola di Dio di venerdì 16 Dicembre – Feria della III Settimana di Avvento