Un inedito vertice a tre sulla delicata situazione della Colombia si è svolto questa mattina in Vaticano. Francesco ha incontrato, insieme, il presidente Juan Manuel Santos, premio Nobel per la Pace, e il capo dell’opposizione ed ex presidente Alvaro Uribe, convocato d’urgenza a Roma dal cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.
Inizialmente era prevista l’udienza al solo Santos, che si trova in Europa per ritirare a Oslo il premio Nobel. Il Pontefice lo ha ricevuto questa mattina alle 10.30. “Abbiamo bisogno del suo aiuto”, ha esordito il presidente salutando Bergoglio prima di iniziare il colloquio privato. E il Papa ha replicato: “Benvenuto, mi fa piacere vederla per la terza volta”.
“Le conversazioni – riferisce una nota della Sala Stampa vaticana – si sono svolte in un clima di grande cordialità, confermando le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e la Colombia. È stato espresso apprezzamento per il sostegno del Papa al processo di pace e si è auspicato che tale pace sia stabile e duratura. Si è rilevata, a tal fine, l’importanza dell’incontro e dell’unità tra le forze politiche colombiane e dell’impegno delle Farc-Ep, mentre la Chiesa locale potrà continuare ad offrire il suo contributo in favore della riconciliazione nazionale e dell’educazione al perdono e alla concordia”. Affrontati pure alcuni temi legati all’attualità regionale.
Al momento dello scambio dei doni, prima di incontrare il Segretario di Stato Pietro Parolin e mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, il presidente Santos ha consegnato al Papa una penna ricavata dal bossolo di una pallottola di una mitragliatrice utilizzata durante la sanguinosa guerra civile. Sulla teca che la contiene è incisa la scritta: “Le pallottole hanno scritto il nostro passato, la pace scriverà il nostro futuro”.
Con la stessa penna è stato firmato a Cuba l’accordo di pace con le Farc. Al Papa, Santos ha consegnato anche una piccola porcellana decorata con delle orchidee, il fiore nazionale della Colombia e simbolo di pace, realizzata da un’artista locale, e una busta bianca sigillata. Bergoglio ha ricambiato con il medaglione della pace, il testo integrale del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 1°gennaio 2017 e i tre principali documenti del suo pontificato: l’enciclica Laudato si’ e le esortazioni apostoliche Evangelii gaudium e Amoris laetitia.
In realtà si è trattato di una mossa di “quiet diplomacy” da parte del Pontefice, ha sottolineato il portavoce vaticano, Greg Burke. “Il Papa approfitta quando vede la possibilità di dare un contributo per la pace. E ora era possibile incontrare entrambi”.
L’ex presidente Uribe è giunto a Roma in aereo intorno alle 12 ed è stato ricevuto privatamente dal Papa, per 20 minuti. Poi, alle 12.35, Francesco ha ricevuto entrambi in udienza per 25 minuti, parlando loro della “cultura dell’incontro” e rilevando “l’importanza del dialogo sincero tra tutti gli attori della società colombiana in questo momento storico”. I due ospiti prima di congedarsi hanno chiesto al Santo Padre di benedire il proprio rosario.
Non è stato annunciato alcun viaggio papale in Colombia, come si prevedeva dopo questa udienza. Fanno fede le parole del Papa durante la conferenza stampa sull’aereo di ritorno da Georgia e Azerbaigian: “In America – aveva spiegato Bergoglio in quell’occasione – ho detto che quando il processo di pace [in Colombia]… se esce, io vorrei andare, quando tutto sarà ‘blindato’, cioè quando tutto – se vince il plebiscito – quando tutto sia sicuro sicuro, che non si può andare indietro, cioè che il mondo internazionale, tutte le nazioni siano d’accordo, che non si può fare ricorso, no, è finito, se è così, potrei andare. Ma se la cosa è instabile… Tutto dipende da quello che dirà il popolo”.
E il pueblo, con il referendum del 2 ottobre scorso, si è pronunciato con un netto “no” (quasi oltre la soglia del 60%) all’accordo di pace firmato tra Governo e Farc, dopo grandi premesse e grandi cerimonie. Quello che sembrava un traguardo è divenuto, dunque, un obiettivo ancora difficile da raggiungere definitivamente.
Intanto, il 13 dicembre scorso, la Corte Costituzionale colombiana ha approvato con 8 voti a favore e uno contrario, il Fast Track (alla lettera Via Rapida), ovvero procedimento legislativo speciale che permette l’approvazione di leggi – ad esempio, riforme costituzionali – in tempi brevissimi, tipo due o tre mesi. Il Fast Track consentirà ora la rapida approvazione dal Parlamento le leggi che regoleranno l’Accordo Definitivo di pace tra Governo e Farc-Ep, obbligando istituzioni e autorità a rispettare l’intesa.
Il desiderio, da parte di tutti, è naturalmente quello di una pace stabile e duratura, che riequilibri i danni provocati da 52 anni di guerra civile che ha lasciato sul terreno oltre 260mila morti.