Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione vaticana

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Viganò: "Riforma a metà strada. Dal 31 dicembre Radio Vaticana e CTV unica grande famiglia"

Il prefetto della Segreteria per la Comunicazione spiega la riforma dei media vaticani che lo vede regista: “Una riforma della Curia e per la Curia”. A Pasqua il nuovo portale

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“Una riforma della Curia e per la Curia”. Mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione, sintetizza così la grande riforma dei media vaticani che lo vede ‘regista’ assoluto. Intervenendo alla Pontificia Università Lateranense, alla presentazione dell’opuscolo di Alessandro Gisotti ‘Il decalogo del buon comunicatore secondo Papa Francesco’ (Elledici), il prelato ha spiegato che l’ondata di cambiamenti e accorpamenti che ha investito, investe e investirà i centri di comunicazione della Santa Sede si trova attualmente “a poco più della metà” della strada programmata.

Sono già state “sistemate” la Sala Stampa vaticana, il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali e il Servizio internet; dal 31 dicembre prossimo – ha annunciato Viganò – “le due realtà di massimo impatto, la Radio Vaticana, nella sua anima dei portali web e nell’anima radiofonica, e il CTV (Centro Televisivo vaticano), diventeranno un’unica grande famiglia”. Famiglia che dal prossimo anno “si allargherà” per accogliere la Libreria Editrice Vaticana, il Servizio fotografico e L’Osservatore Romano. Per Pasqua si prevede poi il lancio di un nuovo, unico, grande portale – accanto a vatican.va – che conterrà testi scritti, video, foto, podcast in tutte le lingue. Dunque, “si inizieranno a costruire modelli dell’informazione del Papa e del magistero in maniera traversale”, ha spiegato il prefetto.

La riforma – ha proseguito – vuole passare “dal livello minimale del coordinamento di molti media alla costruzione di un processo multimedia”. “Non siamo di fronte a una riforma che cerca di mettere una toppa a situazioni di precarietà professionale”, ha precisato Viganò, “sono tutte strutture autonome, con forme contrattuali diverse e livelli differenti. Ognuno ha una sua storia gloriosa. Ma il criterio che governa è un cambiamento dello scenario mediale dietro al quale queste storie gloriose devono immettersi”. Per compiere questo passo servono, da un lato, il “rispetto”, dall’altro, la consapevolezza “che qualcosa di nuovo sta avvenendo”.

La mole di lavoro è enorme e e “il progetto oggettivamente complesso”, nonostante questo il prefetto della Segreteria per la Comunicazione riesce comunque a “dormire sonni tranquilli”. Semplicemente perché la riforma della comunicazione non è un fardello che pesa solo sulle sue spalle, ma si inserisce all’interno di un progetto più grande voluto dallo stesso Pontefice per cambiare il volto della Curia. “Come ho detto ieri al Consiglio dei nove cardinali (il cosiddetto C9 ndr) che tengo informati costantemente: ‘Questa è una riforma vostra. Io posso andare avanti o fermarmi in base a quello che vuoi mi permettete di fare’”, ha raccontato Viganò.  “Questo – ha aggiunto – è molto terapeutico per me”, perché mi “fa prendere coscienza che è una riforma della Curia e per la Curia”.

Ciò che vogliamo compiere sono “passi possibili e non impossibili”, ha precisato il prelato, sempre guardando al bene delle persone “che sono un bene prezioso”. E proprio per questo “quest’anno abbiamo investito tanto sulla formazione”. Perché “il bene più prezioso sono le risorse umane, ma serve che queste risorse vadano formate in maniera idonea, altrimenti – ha concluso Viganò, citando un proverbio brianzolo – è come prendere un tappo di sughero e succhiarlo e non bere un buon champagne”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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