“È la prima cerimonia a cui presenzio dopo la riconferma a ministro e sono felice che si svolga qui a Sant’Egidio”. Così ha esordito il ministro della Difesa Roberta Pinotti in occasione del protocollo d’intesa firmato questa sera a Roma tra la Comunità di Sant’Egidio e l’Arma dei carabinieri sui temi dei diritti umani, della costruzione della pace e della lotta alla povertà.
“È un accordo – ha proseguito il ministro – che ci onora perché si tratta di due soggetti presenti tra la gente, non solo in Italia, ma nel mondo, a partire dai Paesi più difficili e in guerra. Sono grata all’Arma per il lavoro di peacekeeping che svolge all’estero in Paesi molto difficili e in guerra, come anche a Sant’Egidio per il suo instancabile lavoro per la pace e il dialogo, da tanti anni, e ora, in particolare, con il prezioso progetto dei corridoi umanitari per l’accoglienza ai profughi siriani”.
Il protocollo d’intesa è stato firmato proprio in luogo altamente simbolico per la pace. Si tratta infatti della sala dove si arrivò il 4 ottobre 1992 all’accordo che mise fine ad una delle guerre civili più sanguinose dell’Africa (un milione di morti), quella in Mozambico, grazie alla mediazione della Comunità. Lo ha ricordato anche Marco Impagliazzo. Il presidente di Sant’Egidio ha spiegato che il protocollo si basa su ciò che vi è in comune con l’Arma dei carabinieri e cioè “la vicinanza alla gente”.
Una collaborazione “che parte in Italia – ha aggiunto – dalle periferie e dalla difesa degli anziani come di tutte le persone più vulnerabili, proprio in un momento in cui sono venute a cadere nella società tante reti di protezione. Ma riguarda anche l’estero, in aiuto ai processi di pace e all’impegno per il dialogo portato avanti dalla Comunità in tanti Paesi, a partire dall’Africa”.
Di questo continente, come punto di incontro con Sant’Egidio, ha parlato anche il comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, che ha avuto per primo l’idea di un’intesa con la Comunità: “Sono emozionato di essere in questo luogo di pace. Sono tanti i punti di collaborazione concreta che possiamo sviluppare con Sant’Egidio, una sinergia che metteremo in atto per il bene della collettività. La forza dei carabinieri è la sua capillare presenza fra la gente, a partire dai più deboli, qui a Roma come in Africa. Possiamo lavorare insieme per difendere i diritti umani”.
Il protocollo d’intesa, il primo del genere, è stato firmato dal presidente di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, e dal comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, alla presenza, oltre che della ministra Pinotti, anche del fondatore della Comunità, Andrea Riccardi. Il testo prevede una collaborazione in diversi settori. Si va dalla promozione della cultura della legalità alla tutela delle fasce più deboli della popolazione fino al recupero di beni alimentari o vestiari sequestrati dall’Arma attraverso la loro distribuzione ai poveri seguiti dalla Comunità. Una particolare attenzione sarà sviluppata nei confronti degli anziani attraverso speciali iniziative e alcune campagne di sensibilizzazione in difesa dei loro diritti.
Vista la capillare rete dell’Arma all’estero, in servizio nelle nostre sedi diplomatiche, e la presenza di Sant’Egidio in più 70 Paesi di tutti i continenti, sarà inoltre realizzata un’importante sinergia tra i due soggetti, in particolar modo in Africa, Asia e America Latina, dove il terreno di incontro è quello della cooperazione internazionale con una collaborazione attiva per la tutela dei diritti umani e l’educazione alla pace.
Foto: santegidio.org
Sant’Egidio: protocollo d’intesa con i Carabinieri per la pace
Alla firma dell’accordo, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ringrazia la Comunità per il progetto dei corridoi umanitari