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Martiri del Laos. Papa: “Modello per missionari e catechisti”

Oggi la beatificazione di Mario Borzaga, Paolo Thoj Xyooj e quattordici compagni. Francesco ne loda l’“eroica fedeltà a Cristo”

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Una menzione speciale è stata riservata da papa Francesco, durante l’Angelus, ai martiri del Laos, beatificati oggi a Vientiane. Si tratta di “Mario Borzaga, sacerdote dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, Paolo Thoj Xyooj, fedele laico catechista e quattordici compagni uccisi in odio alla fede”, ha ricordato il Papa.
“La loro eroica fedeltà a Cristo – ha proseguito – possa essere di incoraggiamento e di esempio ai missionari e specialmente ai catechisti, che nelle terre di missione svolgono una preziosa e insostituibile opera apostolica, per la quale tutta la Chiesa è loro grata”.
Un pensiero è stato quindi rivolto da Francesco proprio ai catechisti: “tanto lavoro fanno, un così bel lavoro! Essere catechista è una cosa bellissima: è portare il messaggio del Signore perché cresca in noi”, ha detto, invocando poi “un applauso” per tutti i catechisti, da parte dei fedeli radunati a piazza San Pietro.
Tra i nuovi beati, figura anche un italiano, il già citato padre Mario Borzaga, di origine trentina, ucciso nel 1960, a soli 27 anni, mentre si recava ad annunciare il Vangelo in un villaggio nel Nord del paese. Compagno di martirio di padre Borzaga fu il catechista laotiano Paolo Thoj Xyooj.
Al momento dell’ordinazione, avvenuta due anni prima, Borzaga aveva promesso di non diventare mai un “parassita dell’altare”. Nel momento più buio della sua missione in un Laos lacerato dalla guerra, il sacerdote trentino, arrivò a sentirsi abbandonato da Dio ma poi, nel suo Diario di un uomo felice, scrisse: “Non c’è più nulla da fare se non credere e amare. Non c’è più d’aver paura. Dio mi ha messo qui e qui rimango. Gesù mi ama e anche io lo amo”.
Padre Borzaga ebbe anche una sorta di premonizione del proprio martirio: “Ho capito la mia vocazione: essere un uomo felice pur nello sforzo di identificarmi con Cristo crocifisso … voglio essere come l’Eucaristia … se accetto la mia morte in unione con quella di Gesù, è proprio Gesù che io riesco a dare con le mie stesse mani ai fratelli”.

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ZENIT Staff

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