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Vita e morte

Meditazione della Parola di Dio di sabato 10 dicembre – II settimana di Avvento, Ciclo A

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Lettura
I versetti che leggiamo oggi chiudono il Vangelo della Trasfigurazione. Pietro, Giacomo e Giovanni sono stati portati in alto sul monte, ma anche innalzati a contemplare il mistero di luce che si nasconde in Gesù. Lo splendore del volto e delle vesti, la comparsa di Mosè ed Elìa, la voce potente dalla nube, che indica Gesù come il Figlio prediletto, hanno impaurito ed attratto i tre osservatori in un mistero di bellezza. Il ritorno alla realtà è difficile ed impacciato, e queste sono le prime parole che i discepoli scambiano con il Maestro dopo un lungo silenzio: “Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?”.
Meditazione
L’Antico e il Nuovo si incontrano in Gesù: in lui ogni parola predetta si realizza e trova compimento. C’era l’attesa del Messia, ma anche di Elìa, che doveva tornare nella pienezza dei tempi a scortare l’Atteso. È tutto già accaduto, ma nessuno ne ha avuto percezione. Qui Gesù fa l’esegeta ed afferma che Elìa, con la parola di fuoco, è già venuto, ma non è stato riconosciuto, ed aggiunge: “Hanno fatto di lui quello che hanno voluto”. Non solo il novello Elìa non è stato riconosciuto, ma è stato perseguitato, incarcerato, decapitato. Dopo tanta luce sul monte della Trasfigurazione, ora la voce di Gesù si incrina, e dinnanzi ai suoi occhi passa un fantasma: un altro monte, abbuiato all’ora nona, con tre croci piantate. Cronaca di morte annunciata: “Così il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro”. Ciò che è accaduto al Battista prima acclamato e poi silenziato, è canovaccio di ciò che si farà per il Cristo. Gesù lo dice per sé e per i discepoli, è un avviso di garanzia per il Maestro, ma anche per tutti coloro che lo seguiranno. Questo testo che, a prima vista, sarebbe stato collocato meglio in Quaresima, in Avvento è un avvertimento per te che sei incamminato verso il Natale. Sarà dolce contemplare il Presepe, cantare le pastorali, ascoltare i cori degli angeli scesi a cantare la pace, ma ricordati che Colui che sarà deposto nella greppia viene per essere accostato a un altro legno con una nudità meno gloriosa. Siamo invitati a fare sintesi tra Natale e Pasqua, tra nascita e morte del Redentore, sono due facce dello stesso Mistero. Mosè ed Elìa discorrevano di questo con Gesù, sul monte della gloria. Vita-morte è il binomio che si pone anche nella vita del discepolo, che non è più grande del Maestro.
Preghiera
Aiutami, Signore Gesù, a seguirti nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte. Senza di te la festa è amara e il dolore senza via di uscita, con te la gioia è senza fine e la croce chiave per aprire il Paradiso.
Agire
Mi fermo qualche istante dinnanzi al Crocifisso.
***

Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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ZENIT Staff

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