Archbishop Paul Richard Gallagher

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Mons. Gallagher: “Religioni aiutano pace, non la ostacolano”

Durante il vertice ministeriale dell’OSCE ad Amburgo, il segretario per i Rapporti con gli Stati difende i migranti e chiede di agevolare la partecipazione delle donne nella prevenzione dei conflitti

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Il nemico occulto della pace e della sicurezza è l’esclusione. Lo ha detto monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, nel corso del XXIII vertice ministeriale dell’OSCE, svoltosi ad Amburgo l’8 e 9 dicembre.
L’esclusione, ha affermato il presule, determina una filiera del male che va dalla corruzione alla violazione dei diritti e della dignità delle persona, fino alla guerra. Monsignor Gallagher ha puntato il dito contro i numerosi “conflitti che he continuano a traumatizzare alcune parti della regione dell’Osce”, contro i quali anche le “missioni speciali” si rivelano impotenti.
Nella migliore delle ipotesi, ha sottolineato, si riesce ad imporre un “cessate il fuoco”, come è avvenuto, ad esempio, in Ucraina, uno dei tanti “conflitti congelati”. Anche altrove, fioriscono i “crimini” e gli “atti di odio” e di “intolleranza” e, dove regna l’esclusione, si impongono “il traffico umano, la vendita di organi e tessuti umani, lo sfruttamento sessuale di ragazzi e ragazze, il lavoro schiavo, compresa la prostituzione, il commercio di droghe e armi, il terrorismo ed il crimine organizzato internazionale”.
Il Segretario per i Rapporti con gli Stati ha dunque invocato “passi concreti” e “misure immediate”, proponendo, tra le altre cose, “un maggiore coinvolgimento delle donne” nella “prevenzione e nella risoluzione dei conflitti”.
Gallagher ha bollato come “falsa”, l’“idea diffusa”, secondo la quale le religioni sarebbero un “fattore negativo per la società”, sottolineandone, al contrario, il loro “ruolo costruttivo”, come testimoniano, ad esempio, i risultati promettenti” realizzati dalla diplomazia di papa Francesco in Africa e in America Latina ma anche – nel passato – la riconciliazione tra vescovi tedeschi e polacchi, avvenuta nel 1965.
Accennando al fenomeno dei migranti, il rappresentante vaticano li ha descritti come la “conseguenza di disuguaglianze sociali ed economiche, conflitti violenti, catastrofi ambientali e naturali”, di “persecuzioni religiose ed etniche”. Gallagher ha quindi raccomandato di non trattare i migranti come “una minaccia alla stabilità e alla sicurezza nazionale”, né di abbandonarli “allo sfruttamento da parte di persone senza scrupoli” ma, piuttosto, di riconoscerne “il contributo notevole e positivo che danno ai Paesi riceventi”.

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ZENIT Staff

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