Un “pontificato breve”: questo presagio, già espresso una volta in un’intervista, emerge nuovamente nel docufilm Papa Francesco: come Dio comanda, in cui il Pontefice viene raccontato e si racconta in un collage di parole e immagini, riprese dagli smartphone dei fedeli. Il film andrà in onda domani sera, alle 23.15 su Sky Atlantic HD e sarà disponibile su Sky On Demand.
L’opera coglie il lato più intimo del Papa, attraverso le dichiarazioni più significative rilasciate nelle varie interviste, mediate dalla suggestione dei filmati e dei “gesti che parlano” immortalati in particolare nei suoi tanti viaggi pastorali, in cui spiccano Rio de Janeiro, Philadelphia, Tacloban, Istanbul, Ciudad Juarez e Assisi.
Il docufilm è stato ideato e scritto da Diana Ligori, in collaborazione con il vaticanista Salvatore Mazza e con il direttore della Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro. Quello in onda domani sera, si legge in un comunicato di Sky, sarà “un viaggio nel lato più personale e meno conosciuto di Papa Francesco: la sua dimensione umana, fatta anche di interrogativi, si mescola con la parte innovativa, dagli accenti rivoluzionari. Un ritratto che, attraverso le parole stesse del Santo Padre, porta lo spettatore in maniera autentica dentro la profondità del suo pensiero e della sua fede”.
Tante le affermazioni sorprendenti di Francesco immortalate nel docufilm di Sky, alcune davvero inusuali per un papa; come questa: “A me succede che quando si provo delle emozioni mi chiudo e la cosa si cucina a fuoco lento, no? E poi appare. Io mi difendo molto dalle emozioni perché… non so…per pudore, pudore machista…non so…”.
O come quella volta in cui dichiarò che il suo pontificato sarebbe stato “breve, 4, 5 anni”, suscitando in seguito illazioni e speculazioni sul suo stato di salute. “È come una sensazione un po’ vaga… magari non è così… ma ho come la sensazione che il Signore mi ha messo qui per poco tempo. Però è una sensazione, per questo lascio sempre le possibilità aperte”.
C’è anche una battuta al vetriolo, in puro stile Bergoglio, che confida la sua allergia alle formalità e alle convenzioni del Vaticano, specie quando si tratta di accogliere capi di Stato: “Sai che differenza c’è tra il terrorismo e il protocollo? Che con il terrorismo si può negoziare!”.
E poi uno dei suoi cavalli di battaglia: la lotta alla “idolatria del denaro” e alla “cultura dello scarto” – strettamente legata alla prima – che annichilisce in particolare i giovani, ovvero “il futuro di un popolo”.
E infine la disarmante nostalgia della ‘normalità’: “Cambiare di abito mi costa un po’ però uno poi si abitua. L’unica cosa che mi piacerebbe è poter uscire un giorno senza che nessuno mi riconosca e poter andare in una pizzeria a mangiare una pizza”.
Viaggio a Lesbo - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
"Mio pontificato sarà breve, 4 o 5 anni…": Bergoglio si racconta su Sky
Domani sera in onda il docufilm che raccoglie le dichiarazioni e le immagini più significative di papa Francesco