Lettura
Il brano di oggi è preceduto da un dialogo di Gesù con una delegazione mandata dal Battista con la domanda: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”, cui segue la lode del Precursore che Gesù indica come “il più grande nato da donna”. Siamo ancora nel tempo “cerniera” in cui i discepoli del Battista e quelli del Messia convivono: la missione del Battezzatore è già in declino ma non ancora spenta, come la luce al crepuscolo; l’azione di Gesù è in ascesa, ma ancora non si impone chiaramente, come la luce all’aurora.
Meditazione
Nell’incertezza tra le due “scuole”, la gente anziché prendere partito si limita a discutere e a organizzare trasmissioni televisive per mettere l’uno contro l’altro. Gesù dà sulla sua generazione un duro giudizio, che possiamo allargare anche alla nostra: è la rappresentazione di un gruppo di fanciulli stanchi di proporre giochi sempre diversi cui nessuno aderisce. “Abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo intonato un lamento e non avete pianto”: è la foto di una generazione che non si entusiasma per nulla, impermeabile ad ogni sollecitazione, indifferente ad ogni passaggio di grazia. Lo vediamo nell’alternarsi dei Papi come in quello dei parroci, nello scorrere delle stagioni come in quello delle varie fasi della vita: in inverno sogniamo l’estate e in estate desideriamo il freddo invernale. Agli ascoltatori di Gesù non è andato a genio il Battista con la sua vita radicale (lamento), e non va bene neppure lo stile conviviale di Gesù (flauto). Non hanno accettato i digiuni di Giovanni, ritenuti eccessivi e forse di matrice diabolica, e neppure la condivisione delle mense coi miracoli del vino, che fanno di Gesù “un mangione e un beone”. Tra tante discussioni inutili e commenti dannosi che infittiscono le pagine web, passano i giorni, i mesi, gli anni, passa la vita e noi restiamo a sfogliare margherite per scegliere dove andare, come dare spessore e sapore alla nostra vita, chi seguire. La Parola di oggi mette nel cuore una santa fretta: mi spinge ad uscire dal balcone degli osservatori oziosi per porre un gesto risolutivo che celebri una scelta ed una appartenenza. Anche il Natale che si prepara può diventare un’inutile discussione su dove andare a pranzo a Natale e dove a Capodanno, lasciandomi sfuggire la grazia che mi è offerta. Natale è Dio che si butta nella storia: io non posso restare un eterno osservatore.
Preghiera:
Liberami, Signore, dalle discussioni accademiche sulla fede, e fammi accalorare per te come mi capita di fare per una donna, per un sogno che mi prende, per la squadra del cuore. Perdona il mio essere impermeabile alla grazia e agli eventi attraverso cui mi chiami. Insegnami di nuovo a piangere e a danzare. Amen.
Agire:
Prendo una decisione su una questione lasciata a giacere troppo a lungo: voglio porre un gesto di vita prima che sia troppo tardi.
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Meditazione del giorno a cura di mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
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Impermeabile?
Meditazione della Parola di Dio di venerdì 9 dicembre, Feria della II settimana di Avvento, San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, mf