Pur non essendo mai stato “mosso dalla ricerca della notorietà mediatica”, Joseph Ratzinger prima e dopo la sua elezione a pontefice, ha concesso un significativo numero di interviste, sia di carattere teologico-intellettuale che divulgativo e rivolto al grande pubblico. Lo sottolinea padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Ratzinger, già direttore della Sala Stampa Vaticana, nella prefazione al Volume XIII dell’Opera Omnia del papa emerito.
L’ampio pubblico raggiunto, sia con i suoi scritti, sia con le sue interviste, commenta Lombardi, è il segno di quanto Ratzinger abbia saputo usare “assai bene” le varie forme di comunicazione, dimostrando la “chiarezza del suo pensiero”, una capacità di “sintesi” ed evitando “divagazioni inutili”, “circonlocuzioni complicate” ed “appesantimenti di ricercatezza erudita”: tutte doti che rendono Ratzinger un “grande, eccezionale comunicatore”.
La disponibilità di Ratzinger al “dialogo” e la sua capacità di “affrontare domande difficili” è stata probabilmente favorita dall’“insegnamento nelle facoltà teologiche inserite nelle università tedesche”, che necessariamente espongono “agli stimoli della cultura moderna e alle sfide del tempo presente”.
Ciò che più conta, tuttavia, secondo padre Lombardi, è l’“atteggiamento fondamentale di rigore” del papa emerito, “o meglio la sua lealtà intellettuale e spirituale davanti a Dio e davanti agli uomini, che gli impedisce assolutamente di evitare le domande reali che gli vengono proposte, per quanto difficili e sgradevoli possano essere”.
Nel XIII volume dell’Opera Omnia prefato da Lombardi, sono raccolti quattro libri-intervista realizzati da Ratzinger, prima come prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede (1984, 1996, 2000) e poi come papa (2010).
“Ogni volta l’autorevole intervistato ha voluto dedicare alle conversazioni alcuni giorni – scrive l’ex portavoce vaticano – con un ritmo preciso di tempi di dialogo e di successivi intervalli, in un luogo tranquillo, che favorisse la concentrazione e la riflessione (rispettivamente il Seminario di Bressanone; Villa Cavalletti a Frascati; l’Abbazia di Montecassino; la Villa pontificia di Castelgandolfo). Nulla quindi di affrettato e di improvvisato”.
Lombardi riconosce il giudizio “non sempre benevolo” di Benedetto XVI sui giornalisti e sui media, al punto che, parlando del Vaticano II, alla fine del suo pontificato, accennò a un “concilio dei media”, secondo una “connotazione negativa”; specularmente, egli non ha mai goduto di un “pregiudizio favorevole” da parte dei media stessi. È quindi “degno di nota” che Ratzinger abbia voluto accettato di “farsi aiutare da comunicatori di professione” – due su tutti: Vittorio Messori e Peter Seewald – “per parlare a un pubblico molto vasto, aldilà della cerchia degli addetti ai lavori, ma anche di quella dei fedeli praticanti”, offrendo “un linguaggio semplice” e “un tono discorsivo”.
Il primo dei tre libri-intervista raccolti nel XII volume dell’Opera Omnia è Rapporto sulla fede, realizzato con Vittorio Messori, del quale “colpì molto la coraggiosa severità del bilancio sulla situazione della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, definita senza mezzi termini ‘un’autentica crisi che va curata e guarita’”.
In Sale della terra, Ratzinger traccia un “nuovo bilancio sulla situazione della Chiesa al termine del Millennio” e “mette in chiaro che il problema centrale è la crisi della fede, soprattutto nelle cristianità occidentali, nel contesto del dominio della tecnica e del relativismo”. In quest’opera, il futuro papa lascia “intravedere le linee orientatrici di un futuro pontificato, che maturano ulteriormente pochi anni dopo nel terzo libro, Dio e il mondo”.
In Luce del mondo, realizzato a metà del suo pontificato, Benedetto XVI accetta “la sfida della conversazione con il giornalista”, laddove il primo libro-intervista con un papa, Varcare la soglia della speranza, Giovanni Paolo II aveva risposto per iscritto alle domande di Messori. Tale libro fece “sensazione soprattutto perché in esso il Papa accetta di entrare, con sincerità e serenità totale e in certo senso disarmante, in tutte le questioni più delicate e anche dolorose della prima parte del suo Pontificato, sulle quali si erano già sviluppati dibattiti mediatici di grande risonanza, come quelli sul famoso discorso di Ratisbona, sui lefebvriani e il “caso Williamson”, sull’uso dei preservativi, sugli abusi sessuali da parte di membri del clero”, commenta padre Lombardi. Nello stesso volume Benedetto XVI esprime per la prima ed unica volta “la possibilità della rinuncia al Pontificato e i suoi criteri” e “probabilmente è questa l’affermazione più importante dell’intero libro”, osserva padre Lombardi.
Sito ufficiale "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI"
Lombardi: “Ratzinger, un eccezionale comunicatore”
L’ex portavoce vaticano firma la prefazione al Volume XIII dell’Opera Omnia del papa emerito, che raccoglie quattro libri intervista