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Il biglietto fortunato

A ciascuno di noi Dio ha dato il “lasciapassare” preziosissimo di figli suoi, che ci dà la facoltà di arrivare là dove tutti sogna­no: in Paradiso

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Desideravo assistere ad una funzione in San Pietro, ma i biglietti d’invito erano finiti. Andai egualmente sperando in un  colpo di fortuna. Ogni mio tentativo fu inutile: senza biglietto era impossibile en­trare. Mi rassegnai, e me ne stavo andando quando incontro un amico con un biglietto in più. Lo prendo e insieme ci avviamo all’ingresso.
“Signori, il biglietto!”. L’amico presenta il suo e passa. Io presen­to il mio, ma: “Lei, con questo biglietto, deve entrare da un’altra parte, al lato sinistro della facciata”. Ci guardiamo perplessi e ci separiamo.
Arrivato al lato sinistro, chiedo alla guardia dove devo andare. Mi sento rispondere: “Mi mostri il biglietto!”, e poi: “Prosegua lungo il lato della Basilica, tenendo il biglietto ben visibile, e man mano le daranno indicazioni o l’accompagneranno, guidandola attraverso i va­ri passaggi”.
Mettendo in evidenza il biglietto, come mi era stato raccomandato, mi accorgevo con stupore che le informazioni, il saluto, gli ossequi delle guardie erano sempre più attenti e rispettosi e mi sentivo chiamare “monsignore”, “eccellenza”. Rimasi addirittura sbi­gottito quando mi fu messo accanto un deferente accompagnatore, un ta­le Francesco, che mi guidò fino ad una zona riservata, dicendomi: “Que­sto è il suo posto, ed io le resto accanto, a sua disposizione, fino al termine della cerimonia.”
Ripresomi dall’emozione, mi accorsi che da quel posto ‑ e me lo fece notare anche la mia guida ‑ potevo godere la panoramica della Basilica e mi trovavo gomito a gomito con le più alte personalità della Chie­sa e dello stato.
Notando il mio turbamento, la mia contentezza, la mia beatitudine, che si manifestava con espressioni da Magnificat, Francesco cercò di rin­francarmi: “Il suo biglietto è il migliore che si possa avere per entrare in San Pietro; e pensi che, finita la cerimonia, lei, con le al­tre personalità, può andare a porgere il saluto e parlare al Santo Padre”.  Ero sopraffatto, mi sembrava di scoppiare dalla gioia.
Dio a ciascuno di noi ha dato un “lasciapassare” preziosissimo, quel­lo di figli suoi, che ci dà la facoltà di arrivare là dove tutti sogna­no di arrivare: in Paradiso. Basta prender coscienza di questo dirit­to ed esibirlo nei vari passaggi della vita, dove qualche incaricato di Dio stesso ci suggerisce qual è la volontà di Dio per noi in quel momento, via via, fino a raggiungere l’abbraccio del Papà, la gioia senza fine.
Ciao da padre Andrea
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Andrea Panont

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