Siamo in Avvento, nell’attesa del Bambino Gesù, il Figlio di Dio, il Salvatore. Per prepararci al Natale, la domanda del titolo è fondamentale nella nostra vita cristiana, se vogliamo viverla secondo il Vangelo. Sono stato allevato dalla mamma di mio padre Anna e dalla sorella maggiore Adelaide, maestra elementare, tutte e due molto religiose. Quand’ero un bambino, la nonna diceva spesso: “Non si muove foglia che Dio non voglia”. Ero curioso, mi mettevo davanti al piccolo alberello che avevamo in cortile e pensavo: “Ma Dio come fa ad essere in tutte queste foglie?”. Pochi anni dopo, quando studiavo teologia, ho scoperto che Gesù ha detto: “Non abbiate paura, Dio conosce anche il numero dei vostri capelli” (Mat. 19,30). E poi ancora: “Voi sarete odiati da tutti per causa mia, ma neppure un capello cadrà dal vostro capo” (Luc, 21,18). Dio è sempre infinitamente più grande di quanto noi possiamo comprendere o immaginare. Noi sappiamo solo che “Dio è Amore” (1Giov, 4,16). Possiamo entrare nel fantastico, affascinante e gioioso mistero di Dio, solo amandolo e amando il nostro prossimo come noi stessi, così come il Signore Gesù ha amato noi.
Nel Catechismo di San Pio X (1905), fatto a domanda e risposta, si leggono queste affermazioni che inquadrano bene la nostra fede:
“Dio è l’Essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.
“Dio è potenza, sapienza e bontà infinita.
“Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo:
“Dio conosce tutto, anche i nostri pensieri.
“Dio è in ogni luogo…Dio conosce tutto, anche i nostri pensieri”.
Noi viviamo immersi in Dio. Qualsiasi cosa noi facciamo o pensiamo, Dio ci vede e penetra anche nelle intenzioni più profonde del nostro cuore. Egli è “bontà infinita” e, come ci ha insegnato Gesù, è “il Padre nostro che sta nei cieli”. Noi siamo sempre nelle braccia di Dio, come un bambino vive nelle braccia di sua madre. E Dio ci ama molto più di nostra madre, perché è “sapienza e bontà infinita”. Ecco il volto di Dio che Gesù ci ha presentato con la sua stessa vita. Racconto un’altra parabola, capitata a me, che ricorda il volto di Dio.
Nel 1973 ero nel Vietnam del sud durante la guerra. Scendevo dai monti verso la pianura, da Pleiku a Qui Nhon, su un camion militare, assieme a numerosi vietnamiti. Una giornata intera di viaggio, su strade dissestate, in un paese in guerra: abbiamo attraversato zone dove si combatteva, villaggi bruciati e bombardati, mitragliamenti, profughi che scappavano a piedi e con ogni mezzo. Tutto questo è un’immagine del mondo in cui viviamo anche oggi!
Io e gli altri profughi eravamo seduti su delle panche nel cassone scoperto del camion. Di fronte a me una giovane mamma vietnamita teneva in braccio il suo bambino che aveva pochi mesi. Lo cullava, lo allattava, lo coccolava. Ad un certo punto, passando vicino ad un villaggio in fiamme dove molti gridavano, il bambino, sentendo quel trambusto, si è messo a piangere, avvertiva anche lui il pericolo. La mamma ha steso su di lui un asciugamano ed ha continuato a cullarlo. Dopo un po’ il bambino dormiva placidamente. Attorno a noi crollava il mondo e lui dormiva: non sentiva niente, non sapeva nulla, era l’unico che non aveva paura. Si fidava dell’amore e delle braccia di sua madre.
Ecco, quando penso a Dio mi vengono in mente quella dolce mammina vietnamita e il suo bambino. Se noi viviamo questa materna e paterna immagine di Dio, non possiamo più essere pessimisti, scontenti, scoraggiati, timorosi di chissà cosa. Qualunque cosa mi capiti, io sono sempre nelle braccia del Padre! I miei genitori, che sono servi di Dio, avviati alla beatificazione, ripetevano spesso: mamma Rosetta diceva: “Dobbiamo sempre fare la volontà di Dio”; e papà Giovanni: “Siamo sempre nelle mani di Dio”.
I popoli non cristiani, che non conoscono la Rivelazione di Cristo, immaginano Dio come un personaggio misterioso, inconoscibile, lontanissimo dalla nostra piccola Terra, che è dominata da spiriti buoni e cattivi. Questi vanno propiziati con offerte, sacrifici di animali, secondo i responsi di indovini, stregoni, interrogando i morti e gli oroscopi, ecc. Papa Francesco ha detto: “Chi consulta gli oroscopi non è più cristiano, non crede nella Divina Provvidenza”. In Italia, al mattino tutte le televisioni trasmettono e commentano non il Vangelo, ma gli oroscopi per una decina di minuti. Ma il popolo italiano, battezzato nella Chiesa cattolica per circa il 90%, sta ridiventando pagano? Che idea mi faccio di Dio?
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Natale: che idea mi faccio di Dio?
Possiamo entrare nell’affascinante mistero di Gesù solo amandolo e amando il prossimo come noi stessi, come Lui ha amato noi