Cosa ci dice l'Uomo della Sindone?

Presentato alla stampa il nuovo convegno interdisciplinare promosso dall’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in programma il 13 e 14 dicembre

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A un anno e mezzo dalla chiusura dell’ultima ostensione straordinaria, si torna a parlare della Sacra Sindone. L’iniziativa è dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, che forte della mostra permanente, del diploma di studi sindonici e di altre esperienze significative, il 13 e 14 dicembre, ospiterà il convegno interdisciplinare Vide e credette. La Sindone, scienza, fede e annuncio del mistero pasquale.
L’occasione è fornita dal decennale dell’inaugurazione della menzionata mostra permanente e del primo anniversario della scomparsa di padre Hector Guerra LC (1953-2015), illustre cultore degli studi sindonici. La due giorni è promossa dall’Istituto Scienza e Fede e dal progetto Othonia, di cui padre Guerra era presidente, con il patrocinio del Vicariato di Roma, in collaborazione con il Centro Internazionale di Sindonologia di Torino e il Centro Diocesano di Sindonologia “Giulio Ricci” di Roma.
I contenuti del convegno sono stati illustrati stamattina presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. Ad aprire la conferenza stampa, padre Rafael Pascual LC, direttore dell’Istituto Scienza e Fede, che ha sottolineato la principale caratteristica della Sindone, riconosciuta da studiosi delle più disparate discipline: abbiamo a che fare con una “immagine fatta di luce”, che emana “solo splendore”.
L’assoluta unicità della Sindone, ne ha fatto “l’oggetto archeologico più studiato al mondo”, ha ricordato padre Pascual, citando anche l’affermazione che più si addice al sacro sudario: “Noi abbiamo visto l’amore di Dio e abbiamo creduto in lui”. Anche papa Francesco, nella sua prima enciclica, ha sottolineato un concetto che richiama alla credibilità della Sindone: “In quanto risorto, Cristo è testimone affidabile, degno di fede (cfr Ap 1,5; Eb 2,17), appoggio solido per la nostra fede” (Lumen fidei, 17).
Anticipando le tematiche della sua relazione del 13 dicembre, il professor Antonio Cassanelli, segretario del Centro di Sindonologia “Giulio Ricci”, ha messo in relazione la Sindone con l’Anno Santo appena trascorso, in quanto il sacro lenzuolo è “emblema della misericordia di Dio”, esprimendo anche il “kerygma della fede: incarnazione, passione, morte e resurrezione di Nostro Signore”.
A testimonianza della storicità della Sindone, Cassanelli ha menzionato quanto disse il beato papa Paolo VI al sindonologo monsignor Giulio Ricci: “Vedi, Gesù non ha mai scritto nulla, ma è rimasto con noi nell’Eucaristia, nei poveri, nella Gerarchia e in questo mirabile documento della Passione, morte e resurrezione, scritto a caratteri di sangue”.
La Sindone, ha ricordato lo studioso, è anche legata strettamente alla Casa Savoia, rappresentandone il “Palladio della dinastia”: in particolare l’ultimo re d’Italia, Umberto II, ne fu assai devoto e, nel 1946, come ultimo atto da sovrano, decretò il ritorno della Sindone a Torino, dopo sette anni di permanenza a Montevergine, dove era stata fatta portare da Vittorio Emanuele III, per essere protetta dalle razzie della guerra.
Andando a ritroso nei secoli, fu papa Giulio II ad istituire, nel 1506, la festa della Sindone, fissata al 4 maggio, mentre qualche decennio dopo, un vessillo raffigurante la Sindone fu issato durante la battaglia di Lepanto del 1571.
Gianmaria Zaccone, direttore del Museo della Sindone, è intervenuto in videoconferenza da Torino, specificando che il contenuto del convegno della prossima settimana sposterà la sua attenzione dal tradizionale interrogativo “Chi è l’uomo della Sindone?” a “Cosa dice l’uomo della Sindone?”. Quando si parla della Sindone, quindi, non conta solo il dibattito sulla “autenticità” o su “quale sia la sua origine” ma anche su “cosa rappresenta”.
Paradigma del “rapporto tra scienza e fede” – sia nell’armonia che nella conflittualità delle due componenti – ha proseguito Zaccone, la Sindone è tutto tranne che qualcosa di “autoreferenziale”.
Secondo il professor Paolo Di Lazzaro, fisico e ricercatore all’ENEA, la Sindone spinge la scienza a “riconoscere i propri limiti”, tanto è vero che “ancora oggi non conosciamo la reale età del velo sindonico”, mentre ciò che rimane incontestabile è “l’immagine”.
Da parte sua il vaticanista di Avvenire, Mimmo Muolo ha citato La Sindone: un enigma alla prova della scienza un’opera a quattro mani del giornalista Orazio Petrosillo e della biologa Emanuela Marinelli, che si propone come chiave di lettura virtuosa in cui si intrecciano gli strumenti della scienza e della comunicazione: un vero esempio, ha commentato Muolo, di applicazione di quella che Joseph Ratzinger chiama “ragione allargata”.
Anche Walter Memmolo, presidente del Gruppo Napoletano di Sindonologia e autore del libro Pietro, Giuseppe e il Lenzuolo, ha insistito sull’identità tra Sindone e Misericordia: il sacro lino, ha spiegato lo studioso, spinge ad una riflessione che va molto al di là del dato scientifico, tanto è vero che al convegno della prossima settimana sarà trattato anche l’aspetto relativo alla narrativa.
Gli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, ha aggiunto Memmolo, offrono una chiave di approccio alla Sindone: la quarta settimana degli Esercizi ignaziani, infatti, istruisce alla contemplazione e chi contempla la Sindone non può che rimanerne “catturato”. Quindi, “il mondo può diventare migliore se ci abbandoniamo all’amore di Cristo”, ha concluso lo studioso.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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