Alla sesta edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha preso parte alla tavola rotonda Ricerca, cura, risorse limitate, attenzione all’ammalato: come fare?, che si è svolta nell’aula magna dell’ospedale di Borgo Roma, a Verona. L’iniziativa, oltre al ministro, ha visto la partecipazione dei seguenti ospiti: Luca Coletto, Assessore alla Sanità della Regione Veneto, Alfredo Guglielmi, Preside della Scuola di Medicina e Chirurgia di Verona, Nicola Sartor, Rettore dell’Università di Verona, Lidia Biondani, infermiera, e Maurizio De Vecchi, che ha raccontato la propria esperienza come paziente.
Il dibattito ha toccato sia le recenti leggi in materia di sanità sia le esperienze quotidiane dei sanitari e dei pazienti. L’esigenza di contenere la spesa sanitaria, da un lato, ed il dovere di conservare i poli di eccellenza, dall’altro, sono stati i due temi più discussi. Il ministro della Salute, a tale proposito, ha dichiarato: “Ridurre i costi e mantenere la centralità del paziente è assolutamente possibile perché per mantenere la centralità del paziente ci vuole innanzi tutto l’efficienza della macchina amministrativa” ed ha aggiunto: “Nella maggior parte dei casi non è una questione di risorse ma di organizzazione. Ovviamente anche le risorse servono ed è uno dei motivi per cui quest’anno abbiamo 2 miliardi in più di finanziamento dal Fondo Sanitario ma è anche uno dei motivi per mantenere la centralità del paziente: dal un lato abbiamo dato vita alle centrali uniche di acquisto; dall’altro abbiamo realizzato dei fondi ad hoc per garantire l’accesso ai trattamenti da parte dei pazienti. I nuovi lea (i livelli essenziali di assistenza) garantiranno nuove prestazioni per 800 milioni di euro e quindi anche quei pazienti di quelle regioni che non hanno avuto accesso ad alcuna prestazione, perché erano extra lea, l’avranno. C’è ancora moltissimo da fare ma io sono fermamente convinta che la riforma del Titolo V ci aiuterà anche a superare quelle disparità di trattamento che purtroppo ci sono nel nostro territorio nazionale”.
La recente legge regionale 19/2016 ha avuto un grande impatto sul Sistema Sanitario della regione grazie alla creazione di un nuovo ente centrale, l’Azienda zero, e la notevole riduzione del numero delle Asl. Queste ultime, infatti, sono state più che dimezzate, passando da 21 a 9. La questione della gestione regionale della sanità pubblica diventa sempre più attuale, alla luce delle novità previste dal referendum del prossimo 4 dicembre. Nel caso in cui passi, infatti, verrebbe abolita la legislazione concorrente tra Stato e Regioni ed al primo sarebbe attribuita la competenza sulle “disposizioni generali e comuni sulla tutela della salute”. Le regioni, invece, avrebbero competenza in materia di “programmazione e organizzazione dei servizi sanitari e sociali”. Il quadro della sanità pubblica, quindi, diventa sempre più complesso per i pazienti e per gli operatori sanitari. Tuttavia, la Lorenzin ha evidenziato: “Con il cambio del titolo V, riportando come materia esclusiva in capo allo Stato quella delle disposizioni generali lo Stato detterà le linee e queste dovranno essere realizzate dalle Regioni. Questo non toglierà alle Regioni virtuose, qualora abbiano i requisiti, di avere competenze in più. Di fatto si realizza pienamente lo spirito del Legislatore di sedici anni fa: permettere a chi va bene di andare ancora meglio ma a chi va male di non far pagare il prezzo ai cittadini”.
Un altro argomento su cui si è incentrato l’incontro ha riguardato l’importanza dei vaccini, in contrapposizione al calo preoccupante verificatosi in Emilia Romagna. Anche in questo caso il Ministro non ha nascosto la sua posizione a favore delle vaccinazioni: “Sono l’arma primaria di prevenzione, che abbiamo a disposizione per debellare alcune patologie che erano scomparse dal nostro territorio e che adesso rischiano di tornare. Ho dato il mio plauso all’iniziativa dell’Emilia Romagna perché, soprattutto in una regione dove avevamo avuto un preoccupante calo vaccinale, il provvedimento che è stato preso, e cioè di rendere obbligatoria la vaccinazione per iscrivere i bambini all’asilo, è un atto di igiene pubblica che mette al riparo la salute di tutti”.
Le novità introdotte dai legislatori sono state approfondite ed analizzate, tenendo al centro del dibattito le necessità di chi ogni giorno si trova a dover somministrare le giuste cure agli ammalati. La necessità di utilizzare in maniera efficiente le risorse della sanità pubblica è un tema sul quale si è soffermato anche Luca Coletto, che ha concluso i lavori dichiarando: “La nostra Sanità è una ricchezza enorme che dobbiamo tutelare giorno per giorno. Come Regioni abbiamo il compito di spendere bene i soldi dei contribuenti. In Veneto abbiamo cercato di fare un’opera di razionalizzazione che ha sgravato i direttori generali dei problemi organizzativi, permettendo loro di concentrarsi esclusivamente sul paziente. La nostra sfida deve essere quella di mantenere un sistema sanitario universalistico in tempo di crisi, perché è proprio il sistema universale che ha permesso e ci permetterà di superare la crisi”.
Lorenzin: “Recuperare l’efficienza per ridare centralità al paziente”
Al Festival della Dottrina Sociale, il Ministro della Salute discute dell’efficienza del sistema sanitario