Cardinal Mauro Piacenza JCD

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Giubileo. Il card. Piacenza scrive ai penitenzieri: "Grazie per i vostri sacrifici"

Lettera del Penitenziere Maggiore a conclusione del Giubileo straordinario della Misericordia

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Al termine del Giubileo straordinario della Misericordia il cardinale Mauro Piacenza, ha indirizzato una lettera di gratitudine ai penitenzieri e a Papa Francesco perché “ha permesso un’effusione di doni celesti tanto grande e sovrabbondante, da colmare di rinnovata speranza anche un’epoca così travagliata e talvolta oscura, come la nostra”. Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera del cardinale:
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“Carissimi e venerati Confratelli nel Sacerdozio,
a conclusione di questo Anno Giubilare Straordinario, ringraziamo insieme il Signore e il Santo Padre Francesco che, prendendoci per mano, dalla solennità dell’Immacolata dello scorso anno, cinquantesimo anniversario della Celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, ci hanno condotti, passo dopo passo, fino ai piedi di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo, Centro del cosmo e della storia, Fonte inesauribile e Autore della Divina Misericordia!
Ci è stato dato di vivere un Anno di specialissima Grazia, durante il quale i tesori della Chiesa sono stati messi a disposizione del nostro ministero, perché vi attingessimo abbondantemente, a disposizione dei nostri fratelli nella fede, perché se ne lasciassero arricchire e “sommergere”, e a disposizione dell’umanità intera, perché potesse “commuoversi”, alla vista di un Cuore, quello sacratissimo di Cristo, tanto innamorato ed appassionato degli uomini, da spingersi fino a “mendicare” che si lasciassero salvare dalla Sua Verità, dalle Sue piaghe, dal Suo Amore.
Ringraziamo di tutto cuore il Santo Padre, che tiene nelle sue mani le chiavi del Principe degli Apostoli, perché ha permesso un’effusione di doni celesti tanto grande e sovrabbondante, da colmare di rinnovata speranza anche un’epoca così travagliata e talvolta oscura, come la nostra.
Mi è caro poi, che rivolgervi uno speciale ringraziamento della Penitenzieria Apostolica, per il vostro generoso ed indispensabile ministero di Confessori. Durante questo Anno Santo, avete trascorso un prezioso tempo maggiorato e quanto mai intenso attendendo al confessionale, accogliendo con carità pastorale i fedeli, offrendo il sacrificio di un ascolto sempre attento, di una parola paterna, sicura ed amorevole, che potesse toccare il cuore del penitente, consolarlo e incoraggiarlo, consigliarlo e istruirlo, talvolta anche ‘scuoterlo’ e correggerlo affettuosamente, perché anche questo esige il comandamento dell’amore.
In molte occasioni avete offerto il sacrificio di un’attesa fiduciosa e orante, ‘abitando’ il vostro confessionale, visti soltanto dagli Angeli di Dio; avete offerto e pregato per una distesa sconfinata di cuori, che il Signore chiama a conversione e attende con tenerissima pazienza. Vi siete misticamente uniti all’attesa del Padre misericordioso, alla compassione del Figlio Unigenito e, per opera dello Spirito Santo, avete potuto vedere, giorno dopo giorno, il vostro stesso cuore come dilatato ed immerso in quel mistero di intima unione con Cristo, che fa del confessionale, abitato dal suo confessore, un secondo ‘tabernacolo’, dove poter riconoscere e venerare la presenza di Cristo Pastore misericordioso.
Siete stati spesso edificati dall’incontro con tante sorelle e tanti fratelli, che, sconosciuti al mondo, procedono sicuri sulla via della santità e testimoniano l’opera potente della Grazia nelle loro vite; avete così potuto sperimentare ancora una volta quella familiarità profondissima, che unisce misticamente quanti hanno ricevuto in sorte – e hanno accolto – l’Amicizia di Cristo.
Soprattutto, carissimi Confratelli, avete potuto levare migliaia di volte la vostra mano e dar voce alla divina Misericordia, amministrando il Sangue del nostro Salvatore su ogni anima che, umile e pentita, avesse riconosciuto e confessato il male commesso, rinnovato il proposito di fedeltà al Signore ed invocato sulla propria vita la Sua onnipotenza salvifica.
Davvero meraviglioso sarà lo spettacolo che attende in Cielo il cuore di quei pastori fedeli, che, attraverso l’offerta umile e silenziosa delle proprie libertà, hanno consentito all’infinita libertà di Cristo di salvare tanti fratelli, di rinnovarne e fortificarne i cuori e di edificare confessione dopo confessione, la Gerusalemme Celeste, tutta bella «senza macchia né ruga, […] ma santa e immacolata» (Ef 5,27).
Possa la Beata Vergine Immacolata, Rifugio dei peccatori e Madre della Divina Misericordia, effondere su ciascuno le sue celesti consolazioni, ottenerci le grazie più necessarie alla nostra santificazione e conformarci ogni giorno di più al suo divin Figlio, nella cui volontà è la nostra pace”.
 

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ZENIT Staff

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