Bellezza: la via preferita per arrivare a Dio

Lettera giubilare di Monsignor Vincenzo Bertolone agli artisti

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Monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro – Squillace, ha inviato una lettera giubilare agli artisti e al mondo che essi rappresentano e vivono attraverso i loro talenti.
In questo anno santo che volge alla fine il Pastore calabrese ha svolto la sua missione raggiungendo, nel territorio di competenza, ogni categoria sociale, politica ed economica, fino ad accarezzare il cuore del più semplice degli uomini.
Il fascino della Misericordia di Dio ha unito la diversità delle persone raggiunte, ricordando loro il fine non più rinviabile del bene comune, in un cammino di fede inclusivo e testimoniale.
Un lavoro illuminato quello dell’Arcivescovo, sostenuto da tutto il clero e dai carismi dei movimenti, gruppi, associazioni operanti dentro e fuori la diocesi.
La lettera agli artisti, in occasione della giornata giubilare a loro dedicata, si divide in dieci punti. Di seguito alcuni “assaggi” per assaporare l’essenza dell’interessante messaggio di autentica gioia cristiana.
Forte e profonda l’apertura della missiva in questione: “Carissime e carissimi, quant’è bello e gioioso che i fratelli e le sorelle stiano insieme per la loro celebrazione giubilare! Nel luogo del sacro e della liturgia, la bellezza, espressa in architettura, nelle sculture, nei dipinti, nei ceselli in un tripudio di colori, sprizza da ogni dove”.
Segue un riferimento diretto agli artisti a cui monsignor Bertolone si rivolge con parole che danno il giusto merito ad una categoria non sempre apprezzata per quello che vale. “Oggi voi, esponenti di arti belle, antiche e nuove, impreziosite ancora di più questo luogo dedicato al pastore bellissimo! Grazie a voi, con la vostra creatività che si trasforma in bellezza per voi e per noi! «Più del vero e del bene, la bellezza ha la forza di interpellare direttamente la nostra sensibilità, di parlare attraverso la nostra corporeità, generando quel misterioso flusso di energie che dalla materia passa all’anima e le fa immaginare le profondità del cielo”.
Il tutto impreziosito con citazioni di san Tommaso, San Paolo, libro della Sapienza, Luca, ma anche di scrittori contemporanei come Francesca Bonadonna e il suo volume “I volti della bellezza e le false proiezioni ideologiche, Morrone Editore, 2015”.
La lettera si sofferma poi sulla ricerca di Dio, “visibile nella bellezza di Gesù di Nazareth”, che è primaria nell’essenza umana e che consente all’uomo di farsi coinvolgere nell’ascoltare Dio “che parla nel creato”. Da interiorizzare in proposito questo passaggio:
 “…Ed è proprio la “bellezza di Dio, l’amore che condivide il dolore dell’uomo, a distruggere tutto il male e a salvare il mondo e ciascuno degli uomini. La bellezza che salva l’uomo “non è dunque la bellezza seducente, che allontana dalla vera meta cui tende il nostro cuore inquieto”: è invece la “bellezza tanto antica e tanto nuova”, che Agostino confessa come oggetto del suo amore purificato dalla conversione, la bellezza di Dio: è la bellezza che caratterizza il pastore che ci guida con fermezza e tenerezza sulle vie di Dio, che è detto dal vangelo di Giovanni “il pastore buono, che dà la vita per le sue pecore” (Gv 10, 11)»”.
Citando la bolla d’indizione del Giubileo, L’Arcivescovo, offre agli artisti alcune tracce sante “per sollecitare le corde della vostra creatività e trasformare in oggetti e prodotti d’arte la bellezza di Dio . “…il volto; il cuore di ogni persona: la misericordia con cui Gesù leggeva nel cuore dei suoi interlocutori (n. 8); lo sguardo con occhi sinceri; il segno efficace dell’agire del Padre divino verso il peccatore, che offre un’ulteriore possibilità di cambiare, ravvedersi, convertirsi e credere (n. 21); la porta della misericordia (n.24), ecc.”.  
Non manca un invito a pregare, per poter accedere al mistero del cielo. “Pregare non è moltiplicare parole e formule, ma cercare di penetrare il mistero di Dio. Dio, in Cristo, con la fantasia dello Spirito Santo, è la bellezza che crea e che c’incontra, suscita in noi il desiderio di pregare con le parole stesse dello Spirito Santo. In tal modo la via della bellezza diviene come un pellegrinaggio verso Dio, percepito come bellezza, che rinfranca l’uomo dal peso della finitezza nel suo cammino nella storia”. Gli artisti conferma l’alto prelato, ricordando Paolo VI, sono i guardiani della bellezza.
Poi un invito, nonostante la durezza dei tempi: “Cercare la “bellezza”, quindi, non significa inseguire un’effimera visione estatica dell’esteriorità, bensì “stile di vita” che coinvolge tutto l’essere nelle sue relazioni con Dio, con gli uomini e con il creato. “Bellezza” vuol significare trasfigurazione dell’uomo a immagine e somiglianza di Dio”. Traspare tra le righe un fine sapore francescano: “Tu sei gaudio e letizia./ Tu sei bellezza…”. Il bello comunque quando non è impersonale, richiamando il volto di Cristo in ogni azione umana, diventa buono. Così fu per Sant’Agostino, spiega l’Arcivescovo agli artisti, allorché individuò nel suo cuore “l’approccio giusto”.
Avvincente il concetto di bello che ci fa apprezzare per differenza la bruttezza del negativo, delle tenebre, del buio, del peccato, riferendosi ai cinque cerchi della tavola sui 7 vizi capitali di Hieronymus Bosch.  Andando avanti la penna di S.E. diventa sempre di più fluida e punta ad una bellezza profetica. “Se la liturgia è opus Dei, opera, azione di Dio; se Cristo è in modo speciale presente nelle azioni liturgiche, e dunque la liturgia è una sua azione, allora in essa la bellezza-bontà è certamente presente, ma è una bellezza-bontà che si manifesta agli occhi della fede, che si sperimenta con i sensi spirituali e, peraltro, solamente agli spiriti che sono stati educati al bello…”.  
Una bellezza cara ai sensi dell’anima, ma che annuncia, scuote, testimonia, profetizza, interroga. In invito a chi ha talento per tradurre nelle forme più varie questa “realtà ontologica” che aiuta a salvare il mondo. “L’autentica bellezza – affermava Benedetto XVI – nel suo incontro con gli artisti nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009 – schiude il cuore umano alla nostalgia…..di andare verso l’Altro, verso l’Oltre da sé»; Aggiunge Bertolone “…ma noi la gusteremo non più come in uno specchio, in aenigmate (in modo confuso, 1Cor 13,12), solo quando essa sarà rivelata come realtà ultima nel Regno!”.
Significativo ed “educativo” questo suo ulteriore passaggio: “Proprio per questo oggi la bellezza sta, come ricerca del reale, accanto alla verità, con la quale non può essere confusa e dalla quale non può essere separata: potremmo parlare di veritatis splendor, di veritatis pulchritudo. La ricerca della verità non può essere disgiunta dalla ricerca della bellezza, e la contemplazione dell’una fa apparire l’altra”.
La lettera chiude con un “affresco” dell’immagine di Maria Vergine, presente in modo profondo nella religiosità popolare calabrese, che vale la pena gustare con gli occhi del cuore. In questo clima spirituale, mai slegato dalla realtà, giungono la benedizione e le ultime parole di S.E. Bertolone, rivolte al cammino esistenziale degli artisti: Un appello a rinascere nel nuovo che il Giubileo richiama:
“…ricominciare ad esistere come bambini (diventare bambini ed accogliere il bambino), a somiglianza di quel Bambino che siede sulle gambe di santa Maria Odigitria, così presente nell’iconografia mariana tardo-antica e medievale delle nostre terre. Del resto, convertirsi nella penitenza giubilare, non significa, forse, rinascere di nuovo, come dei piccoli bimbi partoriti e poi svezzati dalla mamma? La nostra natura umana autentica, anche se nascosta tra le pieghe del nostro attuale io, frutto delle tante stratificazioni culturali ed educative accumulate nel corso dei secoli dell’umanità e negli anni della nostra breve o lunga esistenza, viene così messa in grado, di fronte all’immagine della Madre del Bambino (cf Es 2,8), di riemergere, di ritrovarsi e sublimarsi. Tutti benedico di gran cuore!”.
 
 
 

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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