“Facciamo appello a tutti i responsabili del mondo affinché nei propri Paesi e attraverso l’Onu si adoperino con incessante determinazione contro l’antisemitismo e l’odio verso gli altri che di nuovo fanno soffrire le società moderne”. È quanto hanno scritto in una dichiarazione i capi di tutte le comunità religiose ufficialmente riconosciute in Israele, a conclusione della visita in Polonia per commemorare il dramma della Shoah.
Il viaggio della delegazione composta da ebrei, musulmani, cristiani, drusi e rappresentanti di altre comunità religiose – promosso dai vescovi polacchi e dalle autorità israeliane – è iniziato il 30 ottobre e si è svolto per quattro giorni a Varsavia e Cracovia, dove i capi religiosi hanno visitato la Fabbrica di Oskar Schindler, le miniere di sale e il monastero benedettino di Tyniec. Ultima, significativa, tappa è stata la visita, il 2 novembre, nel Museo del campo di concentramento nazista di Auschwitz.
“La visita rappresenta un appello affinché la religione non sia usata come pretesto per violenza e terrore, come succede in Israele”, ha affermato Anna Azari, ambasciatore di Israele in Polonia. Mentre il portavoce dei vescovi polacchi, don Pawel Rytel Andrianik, ha sottolineato come l’appello di capi religiosi dalla Polonia, “che più di altri Paesi ha sofferto durante la Seconda Guerra mondiale”, riprenda le parole di Papa Francesco su una “guerra mondiale a pezzi”. Ribadendo il valore storico della visita dei leader religiosi, il rappresentante del ministero degli esteri israeliano, Ron Brummer, ha osservato invece: “È stata la prima volta in cui i rappresentanti di tutte le religioni professate in Israele hanno riconosciuto insieme la drammatica storia degli ebrei”.
All’iniziativa – informa L’Osservatore Romano – hanno preso parte l’amministratore apostolico del patriarcato di Gerusalemme dei Latini, monsignor Pierbattista Pizzaballa, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, quello armeno Nourhan Manougian e il leader anglicano Suheil Dawani. Presenti anche leader maroniti e greco-cattolici, quello druso, Muwafaq Tarif e della comunità ahmadi, Muhamad Sharif Uda. Tra i musulmani, l’imam della moschea di Majd Al-Krum, lo sceicco Muhamad Keiwan, l’imam della moschea di Jadeidi, Omar Kial e l’imam dei beduini del Negev, Akel Al-Atrash. Per gli ebrei erano presenti, tra gli altri, David Baruch Lau, rabbino capo askenazita, il rabbino David Rosen.
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"Mai più guerre e odio". Dalla Polonia appello dei leader religiosi di Israele
Concluso con la visita nel lager di Auschwitz il viaggio dei rappresentanti di tutte le comunità religiose ufficialmente riconosciute in Israele per ricordare la Shoah