A faithful supports a cross during the mass celebrated by Pope Francis prior to the opening of the Holy Door of Saint Peter's Basilica

© Servizio fotografico - L'Osservatore Romano

Giubileo dei Carcerati: il 6 novembre mille detenuti in piazza San Pietro

Provenienti dall’Italia e dal mondo parteciperanno alla Messa del Papa. Il 12-13 novembre il Giubileo delle Persone Socialmente Escluse, poi il 20 la chiusura dell’Anno Santo. Fisichella: “Quasi 20 milioni i pellegrini. Chi parla di flop ha molta fantasia…”

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“Papa Francesco è stato in contatto telefonico nei mesi scorsi con alcuni condannati a morte”. In questa notizia rivelata da mons. Rino Fisichella durante la presentazione di oggi, in Sala Stampa vaticana, del Giubileo dei Carcerati dei prossimi 5-6 novembre, si rende evidente tutta l’attenzione del Santo Padre per la situazione dei detenuti.

“Un senso di partecipazione” già dimostrato durante le visite a Poggioreale, a Napoli, o a Palmasole, in Bolivia, e a Ciudad Juarez, in Messico. O attraverso i suoi interventi, nel settembre 2015, per salvare la vita dei condannati statunitensi Richard Glossip, in Oklahoma, o Kelly Renee Gissendaner, della Georgia, attraverso lettere indirizzate ai governatori (appelli, peraltro, caduti nel vuoto).

Nel programma del Giubileo della Misericordia, ormai prossimo alla conclusione, non poteva dunque mancare uno spazio riservato a chi ogni giorno sperimenta la limitazione della propria libertà. Saranno mille i carcerati che nel prossimo fine settimana si riuniranno in piazza San Pietro, provenienti in gran parte dall’Italia e da Paesi come Inghilterra, Lettonia, Madagascar, Malesia, Messico, Olanda, Spagna, Usa, Sudafrica, Svezia e Portogallo.

Ad accompagnarli ci saranno i loro familiari, rappresentanti della Polizia penitenziaria, cappellani delle carceri e associazioni che offrono assistenza all’interno e all’esterno degli istituti penitenziari. In totale saranno circa 4mila i partecipanti a quella che Fisichella ha definito “una celebrazione solenne che troverà riscontro in tante diocesi del mondo”.  “Nei mesi scorsi – ha informato il presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova Evangelizzazione (Dicastero incaricato dell’organizzazione dell’Anno Santo) – abbiamo scritto a tutte le Conferenze Episcopali del mondo, invitando i vescovi a vivere questa domenica visitando le carceri e celebrando il Giubileo con i detenuti. Molte sono state le risposte positive e possiamo realmente pensare che la celebrazione avrà una eco mondiale nella sua realizzazione”.

Per il gruppo italiano – il più numeroso – fin dai primi mesi del Giubileo, si è potuto realizzare un’attiva collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Grazia e di Giustizia, unitamente all’Ispettorato generale dei Cappellani, ha spiegato l’arcivescovo. Questo ha permesso di garantire un numero “significativo” di presenze. Per gli altri Paesi, invece, “sono state le Conferenze Episcopali, i vescovi e le diocesi a voler rispondere a quello che è a tutti gli effetti stato un invito del Papa, ognuno secondo le leggi in vigore nei singoli paesi”. 

In piazza San Pietro saranno rappresentate le diverse “categorie” di detenuti: “minori, persone in alternativa al carcere sul territorio, persone in detenzione domiciliare e detenuti definitivi con condanne diverse”, ergastolo incluso. Presenti anche sei carcerati che nei mesi scorsi hanno svolto il servizio come volontari del Giubileo. “Insomma, una presenza vera che segna un reale impegno per offrire un futuro e una speranza oltre la condanna e la durata della pena”, ha sottolineato mons. Fisichella.

Non ci saranno misure speciali di sicurezza, ha aggiunto il presule, ma “celebreremo come abbiamo celebrato tutti gli altri Giubilei”. I controlli saranno gli stessi di qualsiasi altro pellegrino che vuole accedere alla Basilica.

Secondo il programma, i partecipanti avranno la possibilità sabato 5 novembre, di confessarsi nelle Chiese giubilari e di compiere il pellegrinaggio verso la Porta Santa di San Pietro. Un modo per prepararsi alla celebrazione eucaristica del Papa di domenica. Un momento “intenso”, come lo sarà quello delle quattro testimonianze prima della Messa, intervallate dal Coro Papageno, composto da volontari e detenuti della Casa Circondariale Dozza di Bologna.

Storie di perdono come quella del detenuto convertitosi in carcere che parlerà insieme alla vittima con la quale si è riconciliato, o quella del fratello di una persona uccisa che “si è fatto strumento di misericordia”; poi, il racconto del ragazzo minorenne che ancora sconta la sua pena e di un agente della Polizia Penitenziaria, quotidianamente in contatto coi detenuti.

“Ascolteremo la loro esperienza di vita, e comprenderemo quanto il tema della misericordia non sia affatto una parola teorica, ma una genuina azione quotidiana che rappresenta spesso una vera sfida esistenziale”, ha osservato Fisichella. Durante la celebrazione, ha aggiunto, saranno gli stessi detenuti a svolgere il servizio liturgico e le ostie utilizzate sono quelle prodotte dai carcerati di Opera di Milano, nell’ambito del progetto ‘Il Senso del Pane’.

Per la prima volta, inoltre, sarà esposto il Crocefisso restaurato di recente dal Capitolo della Basilica, accanto alla Madonna della Mercede, protettrice dei prigionieri, con il Bambino Gesù che tiene tra le sue mani le manette aperte in segno di liberazione e fiducia. Papa Francesco incontrerà privatamente alcuni carcerati e personalità presenti, prima di recitare l’Angelus dal Palazzo Apostolico.

Alla vigilia della chiusura dell’Anno Santo, il 12 e il 13 novembre, sarà poi celebrato il Giubileo delle Persone Socialmente Escluse: “le persone che a causa di diversi motivi, dalla precarietà economica a varie patologie, dalla solitudine alla carenza di legami familiari, hanno difficoltà a inserirsi nel tessuto sociale e finiscono spesso con il rimanere ai margini della società, senza una casa o un posto dove abitare”, ha spiegato Fisichella. I partecipanti saranno circa 6mila, provenienti da tutta Europa. L’organizzazione è partita dall’Associazione francese Lazare, fondata da Étienne Villemain. Il Papa li incontrerà una prima volta venerdì 11 in Aula Paolo VI e poi celebrerà la Messa in San Pietro, domenica 13 novembre.

Nello stesso giorno avverrà la chiusura della Porta della Misericordia in tutte le Chiese e i Santuari nel mondo. A Roma, si chiuderà la Porta Santa delle tre Basiliche papali: San Giovanni in  Laterano, San Paolo fuori le Mura, e Santa Maria Maggiore.

La Porta di San Pietro si chiuderà il 20 novembre e concluderà “un Anno intenso, ricco di novità e di momenti significativi per la vita della Chiesa”, ha detto mons. Fisichella, spiegando che “nelle prossime settimane si terrà un momento di riflessione conclusiva sugli eventuali limiti che possono avere impedito la sua riuscita completa”. 

In ogni caso, per l’arcivescovo, sbaglia chi definisce questo Giubileo un “flop”. Ci sono dati e notizie che confermano il contrario: ad esempio il fatto che, secondo i calcoli del Dicastero, solo il 30 ottobre sono passati dalla Porta Santa di San Pietro 19 milioni e 797.653 persone. “Con buone probabilità arriveremo a 20 milioni di pellegrini e il Giubileo non è ancora finito” ha affermato il presule. E ha concluso: “Alla fantasia non c’è limite, ma le notizie non si fanno con la fantasia. Se invece di pettegolare con un officiale della Curia i giornalisti chiedessero a me, avrebbero queste cifre”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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