Il Vangelo, testo fondamentale della nostra cultura: gli italiani ce l’hanno ma l’80% non lo legge praticamente mai. E’ uno dei dati emersi il 28 ottobre alla presentazione della ricerca CENSIS “Il Vangelo secondo gli italiani, promossa da UTET Grandi Opere nell’ambito del programma “Misericordia 2016”, unitamente al volume “I Vangeli nella cultura e nell’arte”, opera di pregio in tiratura limitata realizzata in occasione del suo 225° anniversario e della chiusura del Giubileo Straordinario della Misericordia il cui primo esemplare è stato consegnato a Sua Santità Papa Francesco il 26 ottobre 2016.
All’incontro sono intervenuti: Giuseppe De Rita, Presidente del CENSIS; Giulio De Rita, Curatore della ricerca; Marco Damilano, Vicedirettore l’Espresso, Monsignor Timothy Verdon, Direttore Museo dell’Opera del Duomo di Firenze e autore del volume; Fabio Lazzari, Presidente UTET Grandi Opere; Giuseppe Bergomi, artista e autore dell’opera di copertina.
“La nostra casa editrice raccoglie il testimone di una grande tradizione editoriale che individua, spesso con largo anticipo, le necessità culturali profonde del nostro paese” – spiega Fabio Lazzari – “i Vangeli – prosegue – sono materia fondamentale della cultura e della conoscenza degli italiani e questa nostra edizione di pregio vuole rinnovare nel presente una tradizione che ha accompagnato la storia dell’uomo nel corso di due millenni e che non può e non deve essere relegata agli scaffali di una libreria. La ricerca del CENSIS conferma la necessità di riproporre i Vangeli come fonte irrinunciabile della cultura occidentale oltre che fondamento di fede per i credenti.”
Dalla ricerca del CENSIS emerge anche che il 79% degli italiani considera il Vangelo una parte importante del suo patrimonio culturale o spirituale, ma poi il 44% non sa quanti sono gli evangelisti. C’è però una buona notizia: torna l’interesse dei giovani per il libro sacro.
Infatti hanno più confidenza delle persone di mezza età e un livello di attenzione che si avvicina a quello delle persone anziane: il 70% ne possiedono una copia, contro il 65% della generazione di mezzo, ma la vera differenza generazionale e che fa pensare ad un ritorno di interesse “informato” nei confronti del Vangelo è che quasi il 50% dei giovani che ne possiedono una copia ammettono di leggerlo,anche se non spesso, contro il 43% dei 30-50enni.
Altro dato importante è che il 44% degli italiani che hanno tra 25 e 54 anni ammette di non sapere quanti sono gli evangelisti, il 79,1% non ricorda nemmeno una citazione. Una volta tanto il Sud batte il nord: non solo nelle case dei meridionali il testo è più presente che non nel resto d’Italia, 75% contro 69%, ma anche la conoscenza sembra maggiore, il 23,6% degli italiani che abitano al sud sanno citare un passo del vangelo, contro il 14,9% di chi abita al nord.
A fronte di una assai scarsa conoscenza dei testi, vi è una invece forte memoria per immagini: il 63% degli italiani afferma di ricordare almeno un’immagine evangelica che non fosse la crocifissione (chi in Italia può dire di non conoscere il crocifisso come immagine?), la scena dell’ultima cena è quella rimasta più impressa nella mente degli italiani, poco meno del 35% degli italiani se pensa ad un episodio evangelico raccontato per immagini, ha in mente quella scena e circa il 20% il presepe.
Quanto la nostra cultura sia influenzata dal cristianesimo è evidente nella nostra vita di tutti i giorni. Il tempo che viviamo è misurato a partire dalla nascita di Cristo; il linguaggio che utilizziamo quotidianamente contiene numerose espressioni come “porgere l’altra guancia”, “scagliare la prima pietra”, e tante altre. Quindi, per conoscere noi stessi, indipendentemente dal fatto di essere o meno credenti, è assolutamente necessario conoscere i Vangeli. www.utetgrandiopere.it
Robert Cheaib - flickr.com/theologhia
Vangelo: quanti lo leggono?
Un rapporto di ricerca realizzato dal Censis, mostra che gli italiani lo conservano in casa ma l’80% non lo legge