Dio piange per il male commesso dagli uomini che lo rifiutano. È un’immagine plastica già proposta più volte durante i suoi tre anni e mezzo di pontificato, compresa l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta.
Papa Francesco ha tratto spunto dal Vangelo di oggi (Lc 13,31-35), dove i farisei annunciano a Gesù che Erode – definito “volpe” – vuole ucciderlo. E Gesù “si prepara a morire”, piangendo quella “Gerusalemme chiusa” che uccide i profeti da lei inviati.
“È Dio che piange nella persona di Gesù” e che si esprime con la “tenerezza di Dio” che “guarda il suo popolo, guarda la città di Gerusalemme”. Dio si è fatto uomo per “poter piangere quello che avevano fatto i suoi figli”, ha spiegato il Pontefice.
Mentre il pianto di Gesù davanti alla tomba di Lazzaro è il pianto di un amico, quello del Vangelo odierno è “il pianto del Padre”, che fa pensare alla parabola del Figliol Prodigo. In quell’occasione, ha commentato Francesco, il padre misericordioso non dice: “Ma guarda, guarda cosa mi è accaduto! Ma questo povero disgraziato cosa mi ha fatto! Ma io maledico questo figlio …”. C’è da immaginare che, piuttosto, se ne sia “andato a piangere da solo nella sua camera”.
Quando poi il figliol prodigo fa ritorno a casa, il padre lo vede già “da lontano”, poiché quotidianamente “saliva sul terrazzo a guardare il cammino per vedere se il figlio tornava”. Un’attesa trascorsa in un pianto, con cui “il Padre ricrea nel suo Figlio tutta la creazione”.
Un pianto che ricorda anche quello delle Pie Donne, incontrando Gesù lungo la via del Calvario. A loro Gesù dice di “piangere non su di Lui, ma sui propri figli”. E ancora oggi, ha aggiunto il Santo Padre, Dio perpetua il suo “pianto di padre e di madre”.
“Anche oggi – ha detto – davanti alle calamità, alle guerre che si fanno per adorare il dio denaro, a tanti innocenti uccisi dalle bombe che gettano giù gli adoratori dell’idolo denaro, anche oggi il Padre piange, anche oggi dice: ‘Gerusalemme, Gerusalemme, figlioli miei, cosa stai (state) facendo?’”.
È un pianto che si manifesta anche dinnanzi “ai trafficanti delle armi e a tutti quelli che vendono la vita della gente”. Dio, ha quindi concluso il Papa, “si è fatto uomo per poter piangere” ed in particolare “per questa umanità che non finisce di capire la pace che Lui ci offre, la pace dell’amore”.
PHOTO.VA
Santa Marta: “Davanti alle calamità e alle guerre, Dio piange”
Durante l’omelia del mattino, papa Francesco si sofferma sul dolore del Padre celeste per i suoi figli che non lo ascoltano e sulla sua gioia nel riaccoglierli