Lettura
Lungo l’esodo che conduce Gesù a Gerusalemme, viaggio faticoso e in salita che lo porta e ci porta alla Pasqua, gli evangelisti hanno raccolto tanti suoi insegnamenti. Oggi sottolinea la fatica di questo pellegrinaggio, la radicalità della sequela e quanto sia impervia e stretta la via. Ma è l’unica che non è un vicolo cieco e che conduce alla porta, dietro la quale Dio ci attende, risponde ed apre.
Meditazione
Nella vita poche cose sono importanti. Tra queste, sapere che siamo sempre in cammino e verso dove andiamo. Per Gerusalemme, lo dobbiamo ricordare anche noi, passa la salvezza o la rovina. Da qui nasce la domanda di questo sconosciuto di cui sappiamo solo che chiede: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Gesù non risponde né sì né no, ma ci ricorda ciò che è necessario per la nostra salvezza. E con la solita chiarezza e senza dar adito ad estemporanee interpretazioni, sottolinea la fatica e la difficoltà di chi vuole arrivare a salvarsi. Ed il risultato è scoraggiante: «ma non ci riusciranno». La salvezza non è neppure commisurata all’impegno personale. E chi rischia di rimanere fuori non sono gli altri, i lontani, i pagani, ma noi. Con molto realismo debbo mettere in conto che a bussare ad una porta chiusa posso essere io. E la risposta è ancora più pesante: “Non so chi siete, né da dove venite”. Come dire: “ma chi vi conosce”. Ed avere partecipato a tante Eucaristie e mangiato alla sua mensa, essersi nutriti con lui e di lui, non è di per sé un titolo che ci accredita ad un riconoscimento. Perché il criterio della valutazione è tutto sul registro delle opere e della giustizia. Ce ne sono, ne abbiamo compiute, o abbiamo preferito le scorciatoie e i surrogati? Di Dio, come della giustizia, dell’amore, della misericordia, non ci sono surrogati. O, se ci sono, non interessano a Dio, e non rilevano nel suo giudizio. In caso, le conseguenze sono pesanti: la lontananza da Dio, quanto di più tragico può accadere nella vita e, soprattutto, dopo la morte. È la sorpresa che, da occidente e da oriente, chiunque pratica la giustizia e fa opere di misericordia, chi ama veramente, non se stesso ma gli altri, è vicino a Dio, è riconosciuto e si ritrova con Dio e in Dio. Perché Dio è e sarà soltanto amore, ed in Dio c’è e ci sarà solo chi ama.
Preghiera:
Signore, donaci di trovare e percorrere la via stretta della giustizia e dell’amore che conduce a te. Fa’ che, partecipando all’Eucaristia che tu ci doni, impariamo ad imbandire la nostra tavola per i lontani e i peccatori, per quanti, senza saperlo, sono a te più vicini di quanto noi presumiamo di essere. Perché tu conosci e riconosci solo chi compie la giustizia ed ama senza misura e senza condizioni.
Agire:
Non sceglierò il criterio della facilità, della comodità, dell’interesse, ma dell’autenticità per decidere cosa fare e come farlo.
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Meditazione a cura di mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.
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Vita e felicità
Meditazione della Parola di Dio di mercoledì 26 ottobre 2016 – XXI settimana del Tempo Ordinario