In Ucraina, il Patriarcato ortodosso di Mosca e la Santa Sede “hanno concordato che le Chiese dovrebbero agire come mediatori tra le parti in conflitto anziché fiancheggiare una delle parti”. In altre parole, Chiesa ortodossa russa e Chiesa cattolica hanno escluso ogni possibilità di sostenere una delle parti coinvolte nel conflitto militare nel Paese est europeo.
Lo si legge in una nota della stessa Chiesa russa, diramato dall’agenzia Interfax, dopo un recente incontro tra il metropolita di Volokolamsk Hilarion, direttore del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato russo, e il nuovo nunzio apostolico in Russia, mons. Celestino Migliore.
Hilarion ha espresso il suo apprezzamento per la posizione assunta dal Papa e dalla Santa Sede sulla situazione in Ucraina. Già in passato, il Patriarca di Mosca Kirill si era detto “soddisfatto” perché la Santa Sede “ha sempre tenuto una posizione equilibrata nei confronti della situazione in Ucraina e ha evitato ogni valutazione di parte, facendo appello ai negoziati di pace e alla fine degli scontri armati”.
Il conflitto tra esercito ucraino e i ribelli delle province di Donetsk e Luhansk, a maggioranza russa, è iniziato nell’aprile del 2014 in seguito al rovesciamento del presidente Viktor Ianukovich e l’uscita dell’Ucraina dall’orbita della Russia, con conseguente avvicinamento ai paesi della Nato. La grave crisi ha causato una escalation di violenze che ha provocato finora oltre 9mila morti e circa un milione e mezzo di sfollati, secondo i dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr).
Lo si legge in una nota della stessa Chiesa russa, diramato dall’agenzia Interfax, dopo un recente incontro tra il metropolita di Volokolamsk Hilarion, direttore del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato russo, e il nuovo nunzio apostolico in Russia, mons. Celestino Migliore.
Hilarion ha espresso il suo apprezzamento per la posizione assunta dal Papa e dalla Santa Sede sulla situazione in Ucraina. Già in passato, il Patriarca di Mosca Kirill si era detto “soddisfatto” perché la Santa Sede “ha sempre tenuto una posizione equilibrata nei confronti della situazione in Ucraina e ha evitato ogni valutazione di parte, facendo appello ai negoziati di pace e alla fine degli scontri armati”.
Il conflitto tra esercito ucraino e i ribelli delle province di Donetsk e Luhansk, a maggioranza russa, è iniziato nell’aprile del 2014 in seguito al rovesciamento del presidente Viktor Ianukovich e l’uscita dell’Ucraina dall’orbita della Russia, con conseguente avvicinamento ai paesi della Nato. La grave crisi ha causato una escalation di violenze che ha provocato finora oltre 9mila morti e circa un milione e mezzo di sfollati, secondo i dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr).
Sullo sfondo della crisi ucraina – come ricorda l’agenzia Asia News – i più alti vertici del Patriarcato di Mosca hanno attaccato diverse volte le posizioni dei greco-cattolici, colpevoli ai loro occhi di aver sostenuto le proteste del Maidan di Kiev e di promuovere il sentimento anti-russo. L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, ha sempre respinto le accuse, appellandosi alla riconciliazione, affinché anche Mosca riconosca dignità al popolo ucraino e possa così aprire un dialogo sincero basato sulla verità, invitando a non credere alla “propaganda” dalla Russia.