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© Save The Children

Migranti. Avviato lo sgombero della "Giungla" di Calais

Circa 700 profughi hanno avviato stamane l’esodo dal più grande campo per rifugiati in Francia. I migranti trasferiti nei 450 centri accoglienza aperti dal Governo su tutto il territorio

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La “Giungla” si svuota: questa mattina ha preso il via lo sgombero del campo profughi di Calais, il più grande di Francia, che ha ospitato negli ultimi 18 mesi circa 6.500 migranti per lo più afgani, eritrei e sudanesi, che nutrivano la speranza di poter raggiungere il Regno Unito. Le condizioni di vita del campo, situato a 5 km dalla nota città sulle coste della Manica, erano così disastrose da fargli guadagnare il triste appellativo di “Giungla”.
Di questa ora rimangono solo alcune tende, container, baracche e gli oggetti lasciati dai profughi che, all’alba, si sono messi in fretta in coda per essere trasferiti nei 450 centri accoglienza che il Governo francese ha aperto su tutto il territorio (escluse solo Ile-de-France e Corsica). I primi ad avviare l’esodo sono stati 700 profughi, perlopiù sudanesi.
Lo sgombero si è svolto finora in modo calmo e controllato, dopo che ieri si erano verificati alcuni scontri tra Polizia e manifestanti contrari all’evacuazione forzata. “Tutto si sta svolgendo normalmente, in modo organizzato e metodico”, ha detto il prefetto del Nord-Pas-de-Calais, Fabienne Buccio, intervistata da BFM-TV . Per ora, ha aggiunto, sono partiti “17 pullman con 711 migranti a bordo. Altri tre bus stanno per partire”.
Da parte sua, il ministro francese dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha assicurato che la Francia sta facendo di tutto perché l’evacuazione si svolga nel migliore dei modi. L’obiettivo, ha detto, è di procedere “alla messa sotto tutela” di quanti rientrano nello status di rifugiati in Francia e che “non vogliono vivere nella precarietà, nella vulnerabilità a Calais, in mano a trafficanti che sono i veri protagonisti della tratta di esseri umani”.
In ogni caso, il dibattito rimane aperto. Non mancano, infatti, le preoccupazioni. Il vescovo di Arras, monsignor Jean-Paul Jaeger, sul cui territorio è collocata la “Giungla”, ha voluto lanciare un appello perché le operazioni di sgombero si svolgano con “un surplus di dignità e rispetto, soprattutto nei riguardi dei minori, delle donne sole e delle persone che si trovano in condizioni di salute precarie”.
Ai microfoni della Radio Vaticana, il presule ha ribadito la necessità di “un cambiamento di mentalità”. “Bisogna costruire il futuro di queste persone”, ha affermato, “è giunto il momento che i responsabili politici riflettano sulla questione della mobilità della popolazione e soprattutto della migrazione. Penso che bisogna portare gli uomini e le donne della politica di tutto il Pianeta, dell’Europa e del nostro Paese, ad una responsabilità fondamentale in questo ambito. Bisogna attaccare i problemi alla radice: il problema dello sviluppo, quello della guerra e della pace, quello delle relazioni internazionali e anche quello delle relazioni religiose. Questi sono i problemi fondamentali”.
Secondo le previsioni delle autorità francesi, circa 60 autobus partiranno oggi con a bordo 50 persone ciascuno, domani sono attesi 45 autobus e mercoledì altri 40. In totale, le operazioni di trasferimento dovrebbero durare circa una settimana. Tutti i bambini e le famiglie – minoritari nel campo – saranno oggetto di particolare attenzione e cura al momento della selezione della destinazione. Qualora qualcuno abbia famiglia nel Regno Unito, sarà trasferito oltre Manica.

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ZENIT Staff

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