A man "swimming" or floating in the extremely saline waters of the Dead Sea

WIKIMEDIA COMMONS

Ho fatto, anzi ho lasciato fare…

Il mio vero fare è accorgermi di quanto un Altro mi sta continuamente donando. Anche il mio poter fare è ancora suo dono

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A settembre tutti tornano dalle ferie passate al mare, in montagna, in campagna. Qualcosa o molto tutti hanno da raccontare. Sollecitato dalle classiche domande “com’è andata? cos’hai fatto?”, ciascuno dà le risposte più svariate e soprattutto dice quel che ha fatto.
“Ho fatto sport, partite a pallone… Ho fatto passeggiate, ascensioni, ho fatto corsa a piedi, in bici… Ho fatto il sub e la pesca subacquea. Ho fatto la cura del sole e gite in barca… Ho fatto, ho fatto”. Mille cose.
Ma – osserva qualcuno – nessuno racconta la cosa più bella che un altro ha fatto, o donato; stranamente non c’è nessuno che dica ciò che nel periodo di ferie ha ricevuto: il riposo, la salute… Sotto questo punto di vista, ciascuno dovrebbe invece raccontare ciò che “non ha fatto” o meglio ancora che “ha ricevuto” in abbondanza e senza accorgersene. Narrare insomma ciò che “ha lasciato fare”.
Quindi potrebbe precisare agli amici: “Ho preso il sole, ho respirato ossigeno, iodio, ho goduto panorami, amicizie. È chiaro che più che dato, ho ricevuto; più che fatto, ho lasciato fare… La mia attività vera e benefica è stata – per così dire – la mia passività…”.
Con Dio le cose stanno proprio così: riusciamo a fare quanto a Lui lasciamo fare. Il mio vero fare è accorgermi di quanto un Altro mi sta continuamente donando; anche il mio poter fare è ancora suo dono. Allora il mio fare è principalmente un saper ricevere tutto… con riconoscenza.
 
Ciao da padre Andrea
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Andrea Panont

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