La violenza contro i sacerdoti non risparmia la Repubblica Democratica del Congo. Risale alla notte tra sabato e domenica l’omicidio del 52enne don Joseph Nguli, vicario della parrocchia di San Martino, a Lubumbashi, colpito al ventre da un colpo di kalashnikov, mentre rientrava in casa.
La notizia è stata riportata dall’agenzia Fides, che riferisce anche della denuncia del peggioramento della sicurezza nel paese da parte dei vescovi congolesi che, in una nota, scrivono: “Siamo preoccupati per i massacri a ripetizione nel Nord-Kivu, in particolare nella città e nel Territorio di Beni; dalle uccisioni nel Kasai Centrale per gli scontri tra le forze dell’ordine e i miliziani del capo tradizionale Kamuina-Nsapu, dai conflitti intercomunitari che stanno provocando molte vittime in diverse province, in particolare nel Katanga; dai tristi avvenimenti del 19 e 20 settembre a Kinshasabe dalla recrudescenza del banditismo”.
I presuli riferiscono anche di “attacchi a parrocchie e ad alcune comunità religiose, in particolare a Kinshasa, a Kananga e a Bukavu”.
Congo: sacerdote ucciso a colpi di kalashnikov
I vescovi lanciano l’allarme: “Sempre più massacri e attacchi alle parrocchie e alle comunità religiose”