Un discorso memorabile, a braccio, ripreso con una Super 8, rintracciato, trascritto ed ora disponibile anche in digitale. È quello pronunciato il 3 marzo del 1965 da Paolo VI in visita all’Istituto lasalliano dell’Aventino. Un testo rimasto fino a poco tempo fa inedito, di un Pontefice “di casa” presso l’Istituto, come lui stesso ha affermato in quella circostanza: “Ho abitato quattro anni dal 1928 al 1932, a due passi. Tutte le mattine venivo qui; qualche volta per qualche festa, qualche cerimonia, qualche domenica a celebrare”.
Un contributo che è stato presentato ieri nel libro “Se avete gli occhi aperti, avete anche il cuore aperto? Paolo VI ai giovani” a cura di Patrizia Moretti, delle Edizioni Studium. “Un momento di formazione per la comunità dei fratelli e per gli insegnanti” spiega Fratel Gabriele Di Giovanni, direttore della scuola “e al tempo stesso un contributo prezioso per riscoprire la figura di un Pontefice troppo spesso bistrattato dalla storia”.
Nel discorso, parole di profezia per insegnanti, genitori ed alunni: “Vorrei confortare la vostra vocazione” sottolinea in un passaggio Montini rivolgendosi ai religiosi lasalliani “vocazione difficile, che richiede tanti, tanti sacrifici, una dedizione senza riposo, un dono di sè, di tutte le ore, di tutti i giorni, di tutte le forze. Avete lasciato tutto: l’abito, la famiglia, lo stesso vostro nome di origine; tutto avete donato per essere Fratelli delle Scuole Cristiane. Avete messo sulle vostre spalle, sapendolo, una croce pesante. Vorrei confortarvi a portarla sempre con coraggio, questa croce, sapendo che la Chiesa vi vuole molto bene, vi stima, sa il prezzo del vostro sacrificio, della vostra dedizione”. E ancora “continuate, perseverate, siate, siete sulla strada regale del servizio di Dio e della Chiesa”.
E ai genitori: “Non date i vostri figlioli senza pensarci più. Cercate di coordinare la vostra opera educativa a quella di questi maestri; domandate loro che cosa si deve fare per il bene dei vostri figlioli; stabilite una conversazione tra famiglia e scuola, come sempre si va auspicando, e vedrete che una delle gioie più grandi della vostra vita – e fonte di meriti superiori – sarà quella appunto di aver atteso all’educazione buona, moderna, perfetta dei vostri figlioli, secondo gli stessi vostri desideri e secondo il piano della Divina Bontà”.
Infine ai ragazzi: “Non perdete tempo. Guardate che la vita è preziosa, la vita è breve; i vostri anni di fanciullezza e di giovinezza, passano e non tornano più… Tenete gli occhi fissi, tenete gli occhi aperti sui vostri libri e poi, e poi guardate. Bisogna essere capaci di leggere dentro le cose, non soltanto il loro aspetto esterno, non soltanto la faccia esteriore, ma dentro. E allora sappiate che avete una grande vocazione davanti giovani! Quella di rifare …. Come dire: l’alleanza? L’amicizia? La concordia? L’armonia fra il mondo esteriore della meccanica, dell’industria e il mondo superiore della vita del pensiero, della vita spirituale, e della vita religiosa? Siete chiamati più degli altri a indovinare, a leggere lo spirito. Siete chiamati a rendere questo grande servizio al mondo moderno: a ridargli un’anima”.
Alla presentazione del volume, ieri alle 17 in Via di S. Prisca 8, sono intervenuti il prof. Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, la prof.ssa Rachele Lanfranchi della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, il dott. Simone Bocchetta delle Edizioni Studium e il giornalista Mario Narducci.
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