È stato il cardinale Marc Ouellet, presidente della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, a presiedere ieri sera la Messa d’apertura dell’Anno accademico della Pontificia Università Lateranense, celebrata nella Basilica di San Giovanni in Laterano.
“Come ci ha spiegato Papa Francesco nella Lettera Enciclica Evangelii Gaudium, il Vangelo, inculturandosi nelle varie parti del mondo, ha permesso la nascita e lo sviluppo di culture diverse legate al Vangelo stesso, e così a crescita del pensiero cristiano”, ha detto il porporato nella sua omelia – riportata dal Sir -, in cui ha riflettuto sul Vangelo di Luca sull’invio dei 72 discepoli di Gesù nelle strade di tutto il mondo.
Per vivere oggi questo mandato di Cristo è più che mai necessario essere preparati e formati a coglierne le sfide, ha sottolineato Ouellet: “Nell’università, comunità di studio, noi ricerchiamo la Sapienza secondo Cristo, per costruire e popolare un dialogo intenso e profondo con la cultura del nostro tempo”, ha detto. “Noi dobbiamo mostrare la credibilità e le conseguenze teologiche e antropologiche dell’annuncio di gioia con cui si chiude il Vangelo: ‘È vicino a voi il regno di Dio’, dice il Signore”.
Per il presidente della Congregazione per i Vescovi, “chi risponde alla chiamata di Dio nelle varie forme in cui essa si manifesta si assume la responsabilità dell’annuncio e dell’intelligenza della fede”. Di qui la necessità di vivere una fede competente e formata, tenendo sempre presente lo spirito della fratellanza cristiana, perché “nessuno è inviato da solo, ma Gesù li inviò a due a due”.
Pertanto, ha concluso il cardinale, “dobbiamo escludere qualsiasi rivalità narcisistica: la sequela del Signore plasma persone umili che contribuiscono insieme agli altri alla costruzione del Regno di Dio”.
“Come ci ha spiegato Papa Francesco nella Lettera Enciclica Evangelii Gaudium, il Vangelo, inculturandosi nelle varie parti del mondo, ha permesso la nascita e lo sviluppo di culture diverse legate al Vangelo stesso, e così a crescita del pensiero cristiano”, ha detto il porporato nella sua omelia – riportata dal Sir -, in cui ha riflettuto sul Vangelo di Luca sull’invio dei 72 discepoli di Gesù nelle strade di tutto il mondo.
Per vivere oggi questo mandato di Cristo è più che mai necessario essere preparati e formati a coglierne le sfide, ha sottolineato Ouellet: “Nell’università, comunità di studio, noi ricerchiamo la Sapienza secondo Cristo, per costruire e popolare un dialogo intenso e profondo con la cultura del nostro tempo”, ha detto. “Noi dobbiamo mostrare la credibilità e le conseguenze teologiche e antropologiche dell’annuncio di gioia con cui si chiude il Vangelo: ‘È vicino a voi il regno di Dio’, dice il Signore”.
Per il presidente della Congregazione per i Vescovi, “chi risponde alla chiamata di Dio nelle varie forme in cui essa si manifesta si assume la responsabilità dell’annuncio e dell’intelligenza della fede”. Di qui la necessità di vivere una fede competente e formata, tenendo sempre presente lo spirito della fratellanza cristiana, perché “nessuno è inviato da solo, ma Gesù li inviò a due a due”.
Pertanto, ha concluso il cardinale, “dobbiamo escludere qualsiasi rivalità narcisistica: la sequela del Signore plasma persone umili che contribuiscono insieme agli altri alla costruzione del Regno di Dio”.