“Non devo preoccuparmi di ciò che accadrà domani perché sono felice di quello che ho fatto oggi”. Con queste parole Edward Snowden, personaggio protagonista del film Snowden di Oliver Stone presentato alla Festa del Cinema di Roma, sintetizza il proprio stato d’animo a conclusione delle vicende che lo riguardano.
Snowden racconta la vera storia, personale e sconosciuta, dell’ex informatico e analista della NSA e della CIA che nel 2013 ha rivelato le attività di sorveglianza illegali e scioccanti attuate dalla NSA (National Security Agency), diventando uno degli uomini più ricercati del mondo. Considerato da molti in patria un traditore, Snowden vive da ormai tre anni a Mosca, in asilo politico.
A prescindere dalle opinioni personali che si possono avere sulle azioni dell’ex agente, il film ripercorre in chiave epica le motivazioni che lo spinsero a diffondere informazioni sulla sicurezza nazionale americana. Attraverso un montaggio serrato, flashback e salti temporali, Oliver Stone costruisce un racconto in cui si alternano sequenze di spionaggio e d’inchiesta a sequenze più prettamente intimistiche, in cui l’attenzione si sposta sul rapporto di coppia tra Edward e la fidanzata Lindsay e sui sentimenti di oppressione e paranoia vissuti dal protagonista a causa del suo lavoro. Joseph Gordon-Levitt, nel ruolo di Snowden, ha il merito di rendere con grande efficacia la poliedricità del personaggio e la sua alienazione, il contrasto tra i doveri verso uno Stato che aveva giurato di servire e la propria coscienza etica. La scelta di concentrarsi più sulle motivazioni che non sulla cronaca consente al regista di non doversi ridurre a banali semplificazioni che una materia tanto complicata richiederebbe.
Infine, tutto il patriottismo che ha contraddistinto la carriera cinematografica di Oliver Stone emerge nella sequenza finale in cui compare il vero Edward Snowden. Seppur nascosto in Russia Edward rivendica le proprie azioni in nome della salvaguardia dei diritti del popolo americano, in un meccanismo che vede la violazione delle leggi giustificata dalla salvaguardia di una legge superiore, quella morale.
In conferenza stampa il regista ha avuto modo di esplicitare, qualora non fosse risultato abbastanza chiaro dal film, la sua posizione riguardo a Snowden: “Non credo che gli americani abbiano compreso realmente l’importanza delle informazioni che ci ha dato Snowden. In America c’è ancora molta confusione su di lui, c’è chi lo considera il cattivo, chi un traditore, altri lo confondono con Assange o Chelsea Manning. La maggior parte, invece, non sa nemmeno chi sia. Edward è un patriota che ha agito concretamente per sovvertire una situazione che considerava criminale”.
Foto: Festival del Cinema di Roma U.S.
"Snowden", l'epopea di un patriota incompreso
Presentato al Festival del Cinema di Roma l’ultimo film di Oliver Stone