Questa mattina Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata il presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor. Accompagnato dal suo staff di circa cinque persone, il capo di Stato ha successivamente incontrato il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.
I colloqui si sono svolti in maniera cordiale per circa 25 minuti, senza un interprete visto che i due interlocutori hanno dialogato in italiano. Durante l’udienza, informa una nota della Sala Stampa vaticana, “sono state evocate le positive relazioni bilaterali, anche nella prospettiva dell’imminente ricorrenza del 25° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Slovenia”.
Passati in rassegna anche “alcuni temi di comune interesse riguardanti l’attuale situazione del Paese”. Il Papa e il presidente si sono anche soffermati “sui buoni rapporti esistenti tra la Chiesa cattolica e lo Stato” e “sull’importanza del dialogo nell’ambito di una loro proficua collaborazione per il bene della società slovena, e in particolare delle giovani generazioni”. Infine, riferisce il comunicato, “è stata dedicata attenzione alla situazione internazionale, con speciale riferimento al contesto regionale e alle sfide che l’Europa è chiamata ad affrontare”.
Al momento dello scambio dei doni, Pahor ha regalato al Santo Padre un dolce tipico sloveno prodotto anche in Friuli Venezia Giulia: la potica, una sorta di panettone farcito con crema di noci che Francesco aveva già assaggiato dalla moglie di un suo nipote di origine slovena. Infatti il Pontefice ha subito riconosciuto la pietanza, dicendo di apprezzarla. E il presidente ha replicato: “Santità, l’anno prossimo quando verrà in Slovenia ci saranno tante potica”. Speranza del capo di Stato è infatti che il Pontefice possa visitare il Paese nel 2017 prima che, in autunno, si terranno le elezioni presidenziali.
Insieme al dolce, Pahor ha consegnato il manoscritto del monastero cistercense di Stična, vicino Lubiana, che rientra tra i più importanti monumenti storici della Slovenia. Il testo, scritto in latino, risale al XV secolo scritto in latino, e contiene un confessio generalis con alcuni scritti in sloveno.
Papa Francesco ha ricambiato con l’enciclica Laudato Si’ e le esortazioni apostoliche Evangelii Gaudium ed Amoris Laetitia, insieme ad un medaglione, ispirato ad una citazione di Isaia (Is 32, 1), raffigurante un deserto che diventa un giardino.
[S.C.]