“Straziante”: così Ban ki-Moon, ha definito la situazione ad Haiti dopo il passaggio dell’uragano Matthew, durante la sua visita nel Paese di sabato scorso. Il segretario generale uscente delle Nazioni Unite ha voluto manifestare la sua solidarietà ai sopravvissuti alla catastrofe che ha provocato circa 900 vittime e devastato numerose zone. Ha quindi rinnovato l’appello all’invio di aiuti internazionali, soprattutto per fermare l’epidemia di colera che va diffondendosi.
La fondazione Medici Senza Frontiere ha già registrato e denunciato alcuni casi di colera, anche se per ora rimane incerto il numero. In particolare i medici sono attivi lungo la costa meridionale e all’interno nel dipartimento di Grand Anse, due aree fortemente colpite dall’uragano in cui il sistema idrico e sanitario di base erano già insufficienti e la fornitura di cure mediche spesso precaria e non finanziata adeguatamente.
I rischi per la salute per le persone del luogo sono ora fortemente aumentati dopo la perdita di vite umane, la distruzione di case, strutture sanitarie e strade. A Port-à-Piment, nel dipartimento del Sud, un’equipe di Msf ha trattato 87 pazienti affetti dal colera lo scorso 11 ottobre, molti di loro provenivano da Chardonnière e Port-à-Piment. Ora si sta costruendo un centro per il trattamento del colera con 150 posti letto.
Anche a Les Anglais, un gruppo di medici ha curato ferite e trattato 16 persone affette dal colera e a Jérémie, 450 feriti in tre giorni. Msf sta anche supportando l’ospedale della città di Saint Antoine e gestendo una clinica mobile in questa zona.
Oltre all’epidemia, a mettere in ginocchio la popolazione – riporta L’Osservatore Romano – è il ritardo dei soccorsi a ormai 10 giorni dal passaggio dell’uragano, tanto da provocare anche alcune manifestazioni di violenza. Sabato scorso, ad esempio, un gruppo di persone ha assaltato dei camion che trasportavano aiuti umanitari a Les Cayes. Anche le Nazioni Unite si sono dette preoccupate per il moltiplicarsi degli incidenti e degli attacchi ai convogli umanitari, dopo che i caschi blu senegalesi sono stati costretti a usare gas lacrimogeni per disperdere gli abitanti, i quali hanno risposto lanciando pietre.
Ban Ki-moon ha precisato che “gli attacchi contro i convogli umanitari sono attacchi contro chi soffre, contro i più bisognosi”. L’Onu stima infatti che almeno 1,4 milioni di haitiani, su una popolazione di circa 10,3 milioni, hanno bisogno di assistenza urgente. Il segretario generale si è detto “deluso per la risposta della comunità internazionale” in relazione a questa crisi: sui 120 milioni di dollari necessari per coprire i bisogni vitali per i prossimi tre mesi, finora è stato raccolto solo il 13%.
Tuttavia, negli ultimi giorni sembrano essersi intensificati gli aiuti alla popolazione, diretti soprattutto alle zone maggiormente colpite, da parte delle organizzazioni internazionali, impegnate nella distribuzione concreta di cibo, acqua e medicine.
Foto: Youreporter.it
Haiti attende aiuti umanitari. Ban ki-Moon: "Situazione straziante"
Il segretario Onu uscente si dice “deluso” dalla comunità internazionale per la risposta alla crisi. Episodi di violenza contro convogli umanitari, intanto si diffonde l’epidemia di colera