La grande festa dei ‘nonni d’Italia’ si è conclusa con l’incontro con il loro più illustre coetaneo: papa Francesco, colui che, nei suoi tre anni e mezzo abbondanti di pontificato, con significativa costanza, non ha mai mancato di indicare negli anziani una grande risorsa morale per la società.
L’udienza di questa mattina in Aula Paolo VI è stata resa possibile grazie a Senior Italia FederAnziani e all’Associazione Nazionale Lavoratori Anziani (Anla), che hanno portato in Vaticano 7000 ‘nonni’, alcuni dei quali, prima dell’arrivo del Pontefice, hanno portato la loro esperienza di vita, nel corso dello spettacolo condotto dalla giornalista Elena Grazini, con l’accompagnamento musicale del coro della Diocesi di Roma, diretto da monsignor Marco Frisina. Tante testimonianze di ‘eroismo quotidiano’: nonni e nonne che fanno teatro-terapia, che aiutano bambini in difficoltà, fanno clown-animazione nelle RSA e nei reparti di oncologia pediatrica.
Poco prima del discorso del Santo Padre, Roberto Messina, presidente di Federanziani, ha messo in luce il fenomeno della “longevità di massa” come “una delle conquiste più importanti della nostra epoca, ma al tempo stesso uno tsunami inarrestabile che impone alle classi politiche di ripensare le proprie strategie e di finanziarle adeguatamente”, nel “rispetto della dignità e dei diritti della persona anziana, che non può essere emarginata, ma che deve essere valorizzata per il contributo che offre e che può ancora offrire”.
Obiettivo di Federanziani, dunque, è quello “contribuire attivamente alla costruzione di una società fondata sulla solidarietà e sulla cultura dell’incontro, in cui le generazioni, dai nonni ai nipoti, lavorino unite, ciascuna attraverso il proprio impegno”, ha spiegato Messina, manifestando così la propria sintonia con il pensiero e la predicazione di Francesco sul tema degli anziani.
Da parte sua, Antonio Zappi, presidente dell’Anla, ha parlato in rappresentanza di “milioni di anziani che hanno dato il proprio contributo nei vari settori operativi del nostro Paese e che vogliono e possono ancora offrire esperienze, competenze e correttezza professionale trasferendo ai coetanei più sfortunati il tanto che hanno ricevuto”.
“Crediamo in un futuro basato sull’ascolto, sul dialogo e sul rispetto tra le varie generazioni e non ci piace essere considerati uno scarto – ha aggiunto Zappi -. Siamo sempre disponibili a confermare il senso del nostro spirito di servizio anche perché, nella modestia delle nostre capacità, vorremmo anche noi “rubare un poco di cielo”.
A margine dell’udienza, il presidente di Anla, ha confidato a ZENIT le sue emozioni e la sua soddisfazione per un incontro a lungo atteso.
Dottor Zappi, l’udienza di stamattina con il Santo Padre, è stato il momento culminante e conclusivo di due settimane intensissime…
L’emozione è stata forte, non lo nascondo. Papa Francesco ha fatto dell’attenzione alla vita quando è più debole, cioè all’infanzia e alla cosiddetta terza età, uno dei temi più ricorrenti del suo Pontificato. Ecco perché la Festa dei Nonni 2016 non poteva che avere il suo compimento nell’incontro con il Papa. All’appuntamento di oggi sono giunti nonne e nonni, con molti nipoti, da ogni parte d’Italia per dire grazie al Pontefice e per ascoltare la sua riflessione che è stata al contempo spirituale – perché come ebbe a dire all’apertura del Convegno diocesano in San Giovanni in Laterano “è l’ora di incoraggiare i nonni a sognare, a tornare a sognare. Perché solo così i giovani impareranno a profetizzare cioè a costruirsi un futuro” – e al contempo ricca di umano buonsenso perché solo nell’armonia e nella concordia fra le generazioni si costruisce il nucleo della società da cui ripartire per un generale rinnovamento. All’inizio di ottobre, le sedi ANLA Onlus sul territorio sono rimaste aperte e i nostri volontari si sono ingegnati ad organizzare convegni, manifestazioni, iniziative varie, aderendo all’iniziativa MillePiazze Festa dei Nonni d’Italia, partita da Senior Italia FederAnziani, attraverso l’omonima Fondazione, a cui noi di ANLA abbiamo aderito da subito.
Viviamo in una società sempre più longeva e sempre più ‘anziana’. Al tempo stesso, la terza età non è più vista come una risorsa ma come un peso. In che modo l’ANLA si impegna concretamente a contrastare questo tipo di mentalità?
Non si tratta di una mera rivendicazione di diritti o di chissà quali privilegi: gli anziani sono davvero una risorsa! Mi piace ricordare il Convegno nazionale di Bergamo del 2013 dove venni eletto presidente di ANLA: titolammo quell’assise Anziani, una risorsa per il Paese. E lo sono realmente! Non basta solo affermare questa che definisco “verità di fatto”: occorre testimoniarla nella vita di tutti i giorni. Ecco, noi di ANLA Onlus combattiamo la mentalità diffusa che vuole gli anziani un peso o meri consumatori di risorse aiutando, nel contesto in cui viviamo, le persone più deboli con una concreta azione di volontariato che assume caratteristiche differenti a seconda dell’ambiente con cui si interagisce. A solo titolo esemplificativo, in Emilia Romagna, a Bologna, un centinaio di nostri volontari collabora con una struttura ospedaliera, la divisione di Nefrologia dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi, per trasportare persone realmente in difficoltà e consentire loro di fare la dialisi: in questo caso ANLA Onlus supplisce a un bisogno reale che lo Stato non riesce a colmare. Nelle Marche giovani e anziani, insieme in ANLA Onlus, fanno attività di clown animazione nelle corsie dell’Oncologia Pediatrica o nelle RSA. In Sicilia il cuore dei nostri volontari aiuta una bambina che non ha mai conosciuto il padre, vittima di un incidente sul lavoro… e potrei continuare. Gli anziani sono una risorsa per il Paese perché contribuiscono concretamente alla costruzione del bene comune, che altro non è che la vita dei nostri figli e dei nostri nipoti.
Papa Francesco, sin dall’inizio del suo pontificato, sta ripetendo un concetto: una società è tanto più prospera quanto attinge le proprie energie nelle “radici” degli anziani e nelle “ali” dei giovani. Come va attualizzato, a suo avviso, questo pensiero?
Creando occasioni di dialogo fra più giovani e più anziani a partire dalla famiglia, aiutando entrambe le categorie a riconoscere con umiltà un dato di fatto, che un grande Papa ebbe a sintetizzare così: “Gli anziani comprendano che il mondo ci sarà ancora dopo di loro e i giovani si rendano conto che il mondo esisteva già prima di loro”. Al Santo Padre abbiamo chiesto una speciale benedizione perché possa finalmente cessare questa “cultura dello scarto” ormai imperante e perché, nel cuore di ogni famiglia, riparta il dialogo fra giovani e anziani. Solo così il nostro Paese potrà tornare a crescere.
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Zappi (Anla): “Solo se riparte il dialogo tra giovani e anziani, l’Italia potrà tornare a crescere”
Parla uno degli organizzatori dell’incontro di stamattina tra papa Francesco e le associazioni legate al mondo della terza età