Un giornalista turco, un leader tataro, due avvocatesse yazide: sono questi i finalisti del Premio Sakharov, l’onorificenza che il Parlamento europeo assegna ogni anno alle persone o alle associazioni che si sono distinte nel corso dell’anno nella difesa nei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Per questa edizione sono dunque arrivati in finale: Can Dündar, giornalista impegnato nella difesa della libertà di pensiero ed espressione in Turchia; Mustafa Dzemilev, leader tataro attivo nella difesa dei diritti dei cittadini della Crimea; le avvocatesse yazide Nadia Murad Basee e Lamiya Aji, sopravvissute alle violenze estremiste in Iraq.
Il vincitore sarà scelto dal presidente del Parlamento e dai capigruppo delle forze politiche il 27 ottobre. La cerimonia di premiazioni – spiega il Sir – si terrà a Strasburgo nel corso della plenaria il prossimo 14 dicembre.
Can Dündar, ex caporedattore del quotidiano turco Cumhuriyet, è stato arrestato nel novembre 2015, dopo che il suo giornale aveva pubblicato alcune fotografie che mostravano i servizi segreti turchi consegnare illegalmente armi ai ribelli siriani. È stato successivamente condannato a 5 anni e 10 mesi di carcere.
Mustafa Abdülcemil Qırımoğlu, già presidente del Mejlis di Crimea (il parlamento tataro), è un ex dissidente sovietico e attuale membro del Parlamento ucraino. È una figura di spicco nella difesa dei diritti umani e delle minoranze del suo Paese.
Nadia Murad Basee e Lamiya Aji Bashar sono invece due avvocatesse impegnate nella difesa della comunità yazida in Iraq e delle donne colpite dalla violenza sessuale delle milizie Isis.