Parole, queste del Papa, profondamente apprezzate dalla popolazione siriana e dai suoi esponenti religiosi. Commentandole a caldo con l’agenzia Fides, l’arcivescovo Boutros Marayati, alla guida dell’arcieparchia armena cattolica di Aleppo, ha detto: “Sappiamo che il cuore del Papa è con noi. Lo abbiamo visto anche quando ha scelto di inserire l’Arcivescovo Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco, nella lista dei futuri cardinali. Ma proprio mentre lui chiede il cessate il fuoco, le bombe continuano a cadere su di noi, sia a Aleppo est che a Aleppo ovest. Nelle ultime ore due lanci d’artiglieria sono arrivati sul nostro quartiere. Speriamo che le sue parole raggiungano quelli che sui diversi fronti, continuano ad alimentare questa guerra sporca”.
Nelle parole dell’arcivescovo gli accenti di speranza s i alternano ad espressioni angosciate per l’ennesimo incrudelirsi della situazione sul campo: “Nei giorni scorsi – riferisce Marayati – l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura si era detto pronto a venire a Aleppo per accompagnare fisicamente i gruppi armati ribelli fuori dall’area urbana, garantendo loro l’incolumità, per permettere ai civili di essere liberati dall’incubo delle bombe. Ma la sua proposta è stata rifiutata dai gruppi ribelli. Ora siamo di nuovo anche senza acqua e senza luce, e la situazione diventa sempre più grave, soprattutto per i bambini”.